Raggi, guai giudiziari ma il sindaco di Roma merita 10 e lode (!)

Franco Locatelli, direttore di FIRSTonlineFranco Locatelli, direttore di FIRSTonline

FIRSTonline

Virginia Raggi ha appena spento la prima candelina da sindaco di Roma ma le feste sarà meglio rinviarle. Il rischio che corre è che ora la Procura della Capitale spenga lei, rinviandola a giudizio per falso e abuso d’ufficio sulle nomine comunali e rinfocolando l’ala giustizialista del Movimento 5 Stelle proprio nel bel mezzo della prossima campagna elettorale. Fortunatamente, Beppe Grillo, dall’alto della sua incommensurabile saggezza, ci ha ricordato, in occasione delle elezioni comunali a Genova, che “uno vale uno” è sì un tratto distintivo dei Cinque Stelle ma solo quando conviene a lui e quando lo decide lui. E Roma, si sa, non è Genova.

Battute a parte, sarebbe un vero peccato se il primo sindaco grillino della Capitale cadesse per via giudiziaria. E’ vero che la città sta andando in rovina, che i rifiuti la stanno soffocando, che i topi ballano, che le buche delle strade sono sempre là, che i trasporti pubblici sono da terzo mondo, ma i critici della Raggi dovrebbero farsi un bell’esame di coscienza e chiedersi: dove lo troviamo un altro sindaco che, anziché chiedere scusa ai cittadini che un anno fa l’hanno votata plebiscitariamente o preoccuparsi della caduta libera del suo indice di gradimento per l’assoluta nullità della sua azione amministrativa, si libra leggera sui mali di Roma e impudicamente si attribuisce un votone, un bel 7 e mezzo. Presunzione, egocentrismo, superbia? Ma no, nulla di tutto questo. Anzi, la Raggi meriterebbe molto ma molto di più. Diciamolo senza ipocrisia e con il rischio di prenderci gli insulti dei romani: noi alla Raggi daremmo un bel 10 con lode.

Ma i mitici sindaci della Capitale del passato – da Nathan ad Argan e a Petroselli – non si rivolterebbero nella tomba? Assolutamente no, perché probabilmente sarebbero stati d’accordo anche loro, convenendo sul fatto che la Raggi non merita 10 e lode come migliore sindaco della storia (che sarebbe un po’ complicato dimostrare) ma perché ha il merito indiscusso e impareggiabile di esistere.

Senza la Raggi alla guida del Campidoglio, tutti i discorsi sui grillini sarebbero solo chiacchiere da bar o pregiudizi che lasciano il tempo che trovano. Raggi invece ci aiuta a risolvere un teorema politico altrimenti impossibile:come governa il Movimento 5 Stelle quando conquista una grande realtà, come Roma ieri e forse l’Italia domani?

Finora il pregiudizio popolare era che M5S fosse bravissimo a guidare la protesta, ma non avesse la più pallida idea di come si governa una grande città o addirittura un Paese. Poi però sono arrivati Pizzarotti, la Appendino e soprattutto la Raggi. Pizzarotti ha stupito tutti amministrando benissimo la sua Parma ma è stato buttato fuori dal Movimento da Grillo. A Torino la Appendino ha sfruttato i suoi studi bocconiani e la sua appartenenza alla buona borghesia sabauda per guidare con equilibrio l’amministrazione della città, al netto della gravissima leggerezza sull’ordine pubblico e sulla sicurezza dimostrata a Piazza San Carlo in occasione della finale di Champions tra la Juve e il Real Madrid. Ma Torino non è Roma e forse la Appendino dovrebbe chiedere scusa alla precedente amministrazione comunale di Fassino e del Pd per aver demagogicamente paragonato, in campagna elettorale, il capoluogo piemontese a Calcutta.

Poi c’è la Raggi. Superficialmente c’è chi, forse pensando al No alla Olimpiadi, l’accusa di immobilismo, ma è sbagliato. Quello del sindaco di Roma non è immobilismo, ma arretratismo, perché, se non risolti, i tanti problemi della Capitale non è che restino sempre allo stesso punto, ma peggiorano. Così è per i rifiuti, la cui emergenza ricorda la Napoli dei giorni peggiori, così è per le buche, che sono ormai un pericolo mortale per ciclisti e motociclisti e sono la fortuna per le officine di riparazione delle auto, così è per i trasporti pubblici. Il più classico dei derby, quello tra Roma e Milano, non si gioca più da tempo perché la Capitale, surclassata dal risveglio di Milano, non è più in partita.

Eppure, al netto di questi rovesci e di queste sciagure, ha perfettamente ragione Giuliano Ferrara a sostenere sul Foglio che la Raggi merita un premio perché, con la sua encomiabile leggerezza e con la sua impareggiabile inconsistenza, dimostra con precisione svizzera che cosa fanno i grillini quando governano e che cosa non sarebbero capaci di fare se vincessero le elezioni nazionali e conquistassero Palazzo Chigi. Peggiorismo? Ma no, solo che chi crede alla favole è bene che prima o poi si svegli e i secchi di acqua gelata che la Raggi gli rovescia addosso ogni giorno sono una manna. ” I dodici mesi della nostra adorata Virginia – scrive Ferrara – non sono da crocifiggere, sono da monumentalizzare”. Ben detto. Grazie di cuore, Virginia. Grazie di esistere.

Related Post
Categories: Commenti