Considerando il perdurare del calo dei prezzi delle materie prime e di molti fattori specifici ai paesi, l’andamento dei singoli mercati azionari nei paesi emergenti dovrebbe essere molto eterogeneo anche nel 2016.
Tra i nostri favoriti ci sono i paesi della regione dell’Europa centro-orientale (CEE). Essi traggono profitto dal crollo dei prezzi delle materie prime e dal proseguimento della ripresa congiunturale nella zona euro. A ciò si aggiungono gli effetti collaterali tendenzialmente positivi della politica monetaria ultra espansiva della BCE per i suoi mercati finanziari e la stabilità della politica interna relativamente alta.
Quest’ultima al momento va vista con qualche riserva proprio per quanto riguarda la Polonia. La nuova accoppiata tra presidente e governo nazionalista e conservatore di destra sta provocando notevoli problemi agli investitori e nelle relazioni intraeuropee.
Oltre alla regione centro-europea potrebbero mostrare un buon profilo di rischio-rendimento anche alcuni paesi emergenti asiatici. Questi dipendono spesso in modo significativo dall’economia cinese, il che presenta sia rischi che opportunità relative. Questi ultimi potrebbero realizzarsi soprattutto se i timori ampiamente diffusi riguardo all’economia cinese si dovessero dimostrare troppo pessimistici.
Anche l’India continua a sembrare promettente, sarà però molto decisivo in che misura saranno implementati i progetti ambiziosi del governo. Per ora bisogna ancora valutare con scetticismo il Brasile; il paese dovrà molto probabilmente affrontare tempi difficili a livello economico e di politica interna.
Ciò non esclude ovviamente che le singole aziende potrebbero offrire buone opportunità ancora prima di un’apparente svolta dell’economia. Nonostante le considerazioni economiche siano importanti e utili, nei nostri fondi Emerging Markets anche in futuro continuerà a essere importante la valutazione individuale a livello di azienda.