Intesa Sanpaolo e la Fondazione Raffaele Mattioli hanno fatto benissimo a ricordare pubblicamente a Milano il cinquantesimo anniversario della scomparsa di Raffaele Mattioli, grandissimo come banchiere ma anche grandissimo italiano che salvò la vita a tanti ebrei perseguitati dalle leggi razziali del fascismo. Mattioli era un banchiere atipico, non per caso conosciuto come il “banchiere umanista” per la promozione di mille iniziative per la cultura, la letteratura, l’arte, l’architettura. Ma era anche un grandissimo banchiere che fece grande la Comit che guidò dai bui anni Trenta ma soprattutto negli anni del miracolo economico dopo la guerra, dando alla Commerciale una forte impronta internazionale e facendone una leva per la modernizzazione dell’Italia e una sponda sicura per le piccole e medie imprese. La Comit di Mattioli, che in anni recenti è stata assorbita da Intesa Sanpaolo, fu anche una formidabile scuola della futura classe dirigente democratica e non a caso, durante il fascismo, ospitò e diede rifugio a personaggi come Ugo La Malfa e Giovanni Malagodi. Ma, oltre che come banchiere di grande lungimiranza, Mattioli merita di essere ricordato come grande democratico e antifascista che salvo la vita a tanti ebrei. Un grande banchiere, un grande democratico, un grande uomo e un grande italiano che onorò in tanti modi il nostro Paese e che merita di essere ricordato e celebrato non soltanto in occasione del cinquantesimo anniversario della sua scomparsa. Tutta l’Italia gli deve davvero tanto. Grazie, dottor Mattioli.
Raffaele Mattioli, il banchiere umanista che fece grande la Comit e il grande italiano che salvò la vita a tanti ebrei
Un grande banchiere, un grande uomo, un grande democratico e un grande italiano: Raffaele Mattioli, di cui Intesa Sanpaolo e la Fondazione Mattioli hanno ricordato il cinquantesimo anniversario della scomparsa, fu tutto questo e merita il massimo degli onori