“Cinque anni fa ero seduto tra di voi, ricordo il mio viaggio politico, dal locale al nazionale a Bruxelles: ho sempre lavorato per un’Europa più forte. È un onore per me e sono pronto a mettere tutta la mia esperienza al servizio della Commissione. È un onore che il mio governo mi abbia indicato. Non sono qui per rappresentare un partito politico o uno Stato membro, ma per il mio impegno per l’Europa”. Esordisce così Raffaele Fitto, commissario designato alle politiche di coesione e vicepresidente esecutivo della Commissione davanti ai componenti della commissione per lo sviluppo regionale del Parlamento europeo. Un’audizione lunga e dettagliata tutta concentrata a far oscurare la sua attuale appartenenza a Fratelli d’Italia. Al termine è mancata però una valutazione finale per il suo incarico di vicepresidente esecutivo che verrà esaminato a data da destinarsi insieme agli altri cinque vicepresidenti.
Commissario, ma anche “trasformista”: Raffaele Fitto si racconta
Nelle risposte ai deputati il commissario designato cerca di porre l’accento sulla discontinuità rispetto all’attuale ruolo di ministro di un Governo, quello italiano, guidato dalla presidente del gruppo Ecr del Parlamento europeo che ha votato contro la conferma di Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione Ue. Fitto dichiara la sua intenzione di rispondere alle sfide poste dal diverso livello di sviluppo tra aree geografiche nei vari Stati membri e si è assunto l’impegno di offrire opportunità a tutti, in particolare ai giovani, affinché possano rimanere e prosperare nelle loro regioni d’origine. Si impegna a utilizzare il cosiddetto “approccio basato sul territorio” per rispondere meglio alle esigenze locali e collaborare più strettamente con le autorità locali. Rispondendo alle domande dei deputati sul futuro della politica di coesione, Fitto afferma che deve essere semplificata e resa più flessibile e che gli oneri amministrativi devono essere ridotti. Per la prima volta la Commissione dispone di un portafoglio dedicato alla semplificazione, ha aggiunto. Tuttavia, la semplificazione non può significare una riduzione della trasparenza o del controllo democratico, ha sostenuto Fitto che ha anche sottolineato l’importante lavoro svolto dalla Procura europea (Epp) e dall’Ufficio europeo per la lotta antifrode (Olaf) per garantire che i fondi della Ue siano spesi come previsto.
Fitto si impegna poi a promuovere soluzioni che sfruttino le conoscenze specialistiche degli attori locali e siano sufficientemente flessibili da soddisfare le diverse esigenze locali. Allo stesso tempo, vuole sviluppare approcci mirati alla politica industriale locale e sfruttare il potenziale del turismo.
Fitto traccia la sua agenda per le politiche di coesione
In risposta alle domande sugli sforzi volti a rafforzare le regioni rurali colpite dallo spopolamento e dalla fuga di cervelli, Fitto sottolinea l’importanza di garantire un’occupazione di alta qualità, la capacità amministrativa locale, le infrastrutture, anche digitali, e i servizi pubblici in ogni regione. Si impegna anche a sostenere lo sviluppo dei talenti e le opportunità di lavoro e ad accelerare l’attuazione del Fondo per una transizione giusta.
Fitto annuncia l’intenzione di elaborare un’agenda politica globale per le città, compresi gli alloggi, la digitalizzazione e l’inclusione sociale. Anche i cittadini che vivono nelle regioni frontaliere orientali della Ue hanno bisogno del massimo sostegno della Ue, ha affermato.
Fitto sotto pressione: “Il mio ruolo è rappresentare l’Europa, non un partito”
In alcuni momenti Fitto si trova all’angolo e cerca di difendersi dalle accuse di aver assunto come eurodeputato di Ecr posizioni incompatibili con il ruolo di commissario Ue. Gli viene ricordato di aver sostenuto la posizione delle destre, secondo cui il ricorso alla procedura dell’Art.7 del Trattato Ue (contro i paesi che non rispettano i valori fondamentali dell’Unione) sarebbe un tentativo di rovesciare governi democraticamente eletti. “Ognuno di noi ha un percorso politico, e il dibattito su un tema in parlamento per un parlamentare europeo è una cosa, un ruolo istituzionale è un altro”, osservato il commissario designato. “So bene – aggiunge più tardi – che il mio ruolo è differenziato, e io faccio la differenza: essere parlamentare europeo vuol dire rappresentare una parte, essere ministro di un paese vuol dire avere un ruolo istituzionale e rappresentare il proprio Paese, perché si giura sulla Costituzione; essere commissario europeo vuol dire rappresentare l’Unione europea, la Commissione europea.
A un deputato che gli chiedeva perché nelle sue risposte scritte avesse ricordato l’inizio del suo percorso politico nella Democrazia Cristiana, invece di parlare del suo attuale partito, Fratelli d’Italia, Fitto replica: “Ho citato la DC che è stato il mio primo partito; poi ho avuto una lunga esperienza politica e avrei riempito molte pagine se avessi raccontato tutte le altre tappe. Ma sono qui anche perché il mio governo, guidato da Giorgia Meloni, mi ha proposto, e di questo sono onorato”.
L’eurodeputata ungherese Klara Dobrev (S&D) gli chiede se sosterrà l’azione Ue per la salvaguardia dello stato di diritto, in particolare nei riguardi dell’Ungheria di Viktor Orban, e ha domandato anche come si posizionerà quando, ha detto, “tra breve, anche la premier italiana Giorgia Meloni sarà nella stessa situazione” di Orban. “Sugli auspici finali del suo intervento non mi pronuncio, diciamo, è meglio evitarlo”, risponde il commissario designato.
I Verdi incalzano Fitto sul Green Deal
Contro l’incarico di vicepresidente esecutivo a Fitto si esprimono come previsto i parlamentari del gruppo Verdi/Ale In particolare contestano a Fitto la mancanza di impegno nei confronti del Green Deal e il rispetto dei valori della Ue. Secondo l’eurodeputato Bas Eickhout, copresidente dei Verdi/Ale “Raffaele Fitto ha dimostrato più volte, attraverso la sua affiliazione politica di estrema destra, di non sostenere questi valori e di non avere a cuore gli interessi dell’Unione europea e dei suoi cittadini. Ciò lo rende inadatto a rappresentare la Commissione in un ruolo così importante come quello di vicepresidente esecutivo”. Inoltre, secondo i Verdi “qualsiasi tentativo da parte del Ppe di ritardare le conferme di commissari qualificati come Teresa Ribera e Stephane Séjourné come ritorsione per Fitto significherà che il Ppe sarà responsabile del ritardo della conferma del collegio nel suo complesso, solo per confermare un candidato di estrema destra che non è idoneo a rappresentare la Commissione come suo vicepresidente esecutivo”.
Commenti positivi arrivano dalla parte politica di Fitto. “Un’audizione senza sbavature, politicamente corretta” dice Fulvio Martusciello, capogruppo di Forza Italia al Pe, ha commentato l’audizione di Raffaele Fitto, vicepresidente esecutivo designato per la Coesione e le Riforme, al Parlamento europeo. “Sapevamo che era già scritto il finale di questa partita in cui i commissari e i loro programmi c’entrano poco. È in corso una partita a scacchi tra i leader e i via libera saranno incrociati”, ha aggiunto Martusciello”.