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Radio Fm o Dab+? Tregua nella guerra sugli smartphone

La radio digitale fa ancora discutere e l’obbligo del doppio sistema di ricezione vale per ora solo per radio e automobili – Gli smartphone dotati della banda DAB+ saranno in vendita solamente a fine anno, se e solo se, il nostro Paese deciderà di andare contro la direttiva europea. Ecco cosa serve sapere

Radio Fm o Dab+? Tregua nella guerra sugli smartphone

La radio digitale è già un obbligo di legge. Il DAB+ (Digital Audio Broadcasting) è uno standard di radiodiffusione digitale che consente di avere una qualità audio paragonabile a quella dei CD. Ma cosa succederà ora per gli smartphone? La radio resta Fm in analogico o diventerà Dab+, anche sui cellulari smart? Una guerra sotterranea , tra l’industria informatica (Asstel-Anitec-Assinform) e quella radiotelevisiva (Confindustria Radio Tv) è stata combattuta con il decreto Milleproroghe, blindato mercoledì con la fiducia e approvato giovedì alla Camera. Alla fine è prevalsa una tregua fino al 21 dicembre 2020.

In base al nuovo codice europeo delle comunicazioni, le automobili di nuova immatricolazione e i ricevitori radio domestici e portatili devono essere dotati del doppio sistema di ricezione: radio analogica e digitale DAB+. E questo è assodato.

La controversia, invece, riguarda gli smartphone. Dal momento che non è previsto alcun obbligo per gli smartphone di supportare la tecnologia DAB+ secondo il codice europeo delle comunicazioni elettroniche, l’implementazione immediata e obbligatoria di questa funzione (introdotta con lo Sblocca cantieri) avrebbe esposto il nostro Paese a un esplicito contrasto con l’Ue, secondo Asstel; sarebbe al contrario stata un’opportuna innovazione, per Confindustria Radio Tv.

L’acceso dibattito vede da un lato gli emittenti radiofonici favorevoli all’obbligo anche per gli smartphone, dato che sperano di aumentare il numero degli ascoltatori, dall’altro ci sono i produttori dei dispositivi mobili su cui, invece, graverebbe la spesa dell’implementazione. Alla fine di questo scontro è stato approvato dalle Commissioni Affari Costituzionali e Bilancio, l’emendamento al Milleproroghe della Dem Alessia Rotta, lo scorso 12 febbraio. Secondo tale decreto, i produttori di cellulari avranno tempo fino al 21 dicembre 2020 per adeguare i propri apparecchi alla digital radio.

Anche se l’obbligo scatterà solo se l’Italia deciderà di andare in contrasto con la direttiva europea che deve essere recepita entro il 21 dicembre 2020. In questo caso, tutti i produttori di smartphone con funzione di ricezione FM dovranno adeguarsi alla nuova era, fatta eccezione per Apple, in quanto non è prevista la funzione radio sui suoi dispositivi. Un esclusione che potrebbe spingere anche gli altri produttori ad eliminare la ricezione radiofonica dai loro apparati, così da evitare ogni seccatura.

A favore dell’emendamento è la filiera Anitec-Assinform, l’Associazione Italiana delle imprese ICT di Confindustria, secondo cui una chiarezza normativa e armonizzazione degli ordinamenti nazionali nel pieno rispetto delle norme europee, è fondamentale, per poter operare in un sistema di mercato unico. L’associazione considera la radio un accessorio non obbligatorio per uno smartphone, visto che non tutti i dispositivi dispongono della radio.

Sulla stessa lunghezza d’onda viaggia l’Aires, l’associazione della filiera distributiva dell’elettronica di consumo. Importante è l’armonia tra la normativa italiana e quella europea, secondo cui un possibile contrasto penalizzerebbe in primis i consumatori e, poi, anche l’intera filiera dei prodotti tecnologici.

Totalmente opposta è l’opinione di Confindustria Radio Tv, insieme a tutto il gruppo delle radio associate, contraria alla prima formulazione dell’emendamento che intendeva rinviare di un anno lo sbarco del DAB+ sui terminali mobili. Dal momento che erano stati già programmati investimenti e numerosi interventi sia per la digitalizzazione della radio che per il corretto orientamento degli utenti. Nonostante i vari tira e molla, Confindustria Radio Tv si è espressa in modo favorevole alla decisione parlamentare, coerente con lo sviluppo della digitalizzazione del settore, così da permettere alla piattaforma radiofonica di svilupparsi e innovarsi.

Ma quali vantaggi porterebbe il DAB+? Si potrà godere di una maggiore qualità audio e stabilità del segnale radiofonico, garantendo un gran numero di frequenze portanti così da eliminare le fastidiose interferenze tipiche delle zone montuose e gallerie.

Inoltre, la tecnica trasmissiva digitale copre con potenze inferiori all’FM, per cui ha un minor impatto sull’inquinamento elettromagnetico. In più, consente anche la ricezione di immagini (quelle che già vediamo sui monitor delle auto) e la possibilità di essere costantemente aggiornati sul traffico e sul meteo grazie al servizio Tpeg (Transport protocol experts group). Inoltre, non c’è più bisogno di ricordare le frequenze, per la ricerca dei canali basta sapere il nome.

I numerosi pregi sono però oscurati da alcuni difetti. Se da un lato aumenta la copertura territoriale, d’altra parte il rinnovamento di tutti i ricevitori FM in digitale potrebbe richiedere anche una decina di anni per essere attuato. In secondo luogo, per coprire la stessa area servirebbero più impianti, il cui costo è maggiore rispetto a quelli analogici. Inoltre, valgono le stesse regole che per la tv digitale: in assenza di segnale non si riceve nulla. La guerra è solo inviata a fine anno.

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