La rivoluzione Quota 100 arriva nella Pubblica Amministrazione. 10 mila lavoratori della PA andranno in pensione ad agosto seguiti il mese dopo da oltre 17mila insegnanti. In totale, nelle prime due finestre di uscita previste dalla legge, saranno 27mila i dipendenti della Pubblica Amministrazione che approfitteranno del meccanismo introdotto dal Governo Lega-M5S per lasciare in anticipo il lavoro.
Il bilancio lo fornisce l’Inps, che dà una panoramica precisa sui vari settori. “Sono 10.336 le domande di pensione Quota 100 presentate dai dipendenti pubblici con decorrenza agosto 2019”, scrive l’Istituto. Tra esse, l’80 per cento arriva da enti pubblici e sanità.
Nel dettaglio, i dipendenti che lavorano in Regioni, Comuni e Province hanno presentato in totale 5.694 domande su 10.336, il 55,1%. Uscite cospicue anche nella Sanità, dove si contano 2.344 richieste (il 22,7%) soprattutto tra paramedici, amministrativi e tecnici.
E ancora, sono 1.612 i lavoratori in uscita da ministeri, agenzie fiscali e personale civile, 211 quelli degli enti di previdenza, 50 delle autorità indipendenti, altri 50 di università e accademie, 48 di enti e istituzioni di ricerca come Istat o Cnr. Sotto la voce ‘altre’ amministrazioni se ne registrano invece 327.
A settembre toccherà invece al comparto scuola confrontarsi con le uscite di quota 100. Ad andare in pensione saranno 17mila insegnanti, un numero che rischia di creare non pochi problemi al comparto scuola. Alle uscite con Quota 100 occorrerà sommare nei prossimi mesi anche i 19mila pensionamenti ordinari che coinvolgeranno docenti e personale scolastico. Il pericolo è quello di un vero e proprio esodo cui il turnover non riuscirà a sopperire. Non a caso, proprio allo scopo di ovviare al problema, il Decreto concretezza ha deciso di favorire le assunzioni. Basterà?