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Quegli alberi contro la povertà

Chi guardi dall’aereo l’Indonesia, la Malaysia, la Thailandia, le Filippine o il Vietnam non potrà non notare l’abbondanza di piantagioni arboree. Quel che non molti sanno è che l’arboricoltura ha svolto un grosso ruolo nel ridurre la povertà endemica dell’Asia del Sud-Est. I milioni di ettari che sono stati destinati a questo scopo hanno beneficiato sia gli investitori che i poveri, anche se in alcuni casi si sono urtati all’opposizione degli ambientalisti.

La Malaysia, negli anni coloniali, ha cominciato con gli alberi della gomma, ed è poi passata alle palme da olio. In Indonesia primeggiano queste due coltivazioni, seguita dalle palme da cocco, dal caffè e dal cacao. Tutti questi paesi hanno visto moltiplicare le loro esportazioni arboricole, e le coltivazioni hanno generato redditi anche nei settori non agricoli.

I fattori che hanno permesso il decollo dell’arboricoltura sono, nell’ordine:

– accesso alla terra, facilitato da assegnazioni di terreni demaniali.

– Accesso a prestiti a lungo termine e capitale di rischio, da parte di banche pubbliche per i prestiti a piccoli coltivatori, e afflussi di capitali esteri per grandi progetti di piantagioni.

– Ricorso a semi geneticamente selezionati.

– Miglioramento nelle tecniche di gestione delle piantagioni, anche attraverso il know-how importato.

– Nelle Filippine c’è un grosso ritardo nell’arboricultura, e quindi ci sono opportunità di investimento per chi sappia utilizzare le ‘best pratices’ disponibili.


Allegati: Busiess Inquirer

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Tags: AsiaPovertà