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Quarta ondata Covid: ecco perché l’Italia sta meglio degli altri Paesi

Ecdc, European Centre for Disease Prevention and Control

La quarta ondata spaventa l’Europa. Le parole pronunciate ieri, giovedì 4 novembre, dal direttore per l’Europa dell’OMS, Hans Kluge, non lasciano spazio a dubbi: “Siamo, di nuovo, l’epicentro della pandemia. L’attuale ritmo dei contagi nei 53 paesi della regione europea suscita forte preoccupazione”, ha detto Kluge, aggiungendo che una proiezione affidabile lascia prevedere “un altro mezzo milione di morti da Covid-19″ entro febbraio se l’attuale tendenza dovesse continuare.

MERITO DEI VACCINI

L’Italia, stavolta, sembra cavarsela meglio degli altri e il merito è della campagna vaccinale. “I numeri dell’Italia in questo quadro si possono considerare tra i migliori. Abbiamo un’incidenza in crescita ma di gran lunga più bassa di gran parte degli altri Paesi. L’allarme va comunque considerato con la massima attenzione e ci richiede di insistere sul terreno fondamentale, ossia la campagna di vaccinazione”, ha affermato il ministro della Salute, Roberto Speranza, durante la conferenza stampa sulla pandemia e sulla campagna vaccinale tenuta oggi insieme al generale Figliuolo e al coordinatore del Cts, Franco Locatelli. 

I dati, d’altronde, parlano chiaro. “Siamo all’83,3% di vaccinati con ciclo completo, circa 45 milioni di cittadini – ha affermato Figliulo – Coloro che hanno fatto almeno una dose sono oltre 46 millioni pari all’86% a cui possiamo sommare i 600 mila guariti: questo ci porta all’87,7% di persone che hanno una qualche copertura”. Si tratta di percentuali di gran lunga superiori a quelle registrate negli altri Paesi europei e che quindi mostrano come un’elevata percentuale di cittadini vaccinati rappresenti la migliore arma contro il Covid-19. Per fare un solo esempio: “abbiamo il 9% in più dei vaccinati rispetto alla Germania”, ha evidenziato Locatelli, che ha poi aggiunto: “il rischio di patologia fatale è diverso tra persone vaccinate e non. I dati dell’Istituto superiore di sanità dicono che fino a 59 anni di età nessuno dei vaccinati è stato in terapia intensiva, nella fascia 70-79 il rischio di un ricovero in rianimazione è 21 volte superiore per i non vaccinati e per gli over 80 di 8 volte”.

Da tenere in considerazione anche che, presto, potrebbe arrivare un’altra arma contro la malattia da Covid-19, la pillola molnupiravir, approvata per ora solo nel Regno Unito. “L’Aifa si è già attivata per acquisire una quantità adeguata del farmaco antivirale orale per il Covid-19 molnupiravir, autorizzato in Gran Bretagna. Ciò al fine che anche l’Italia possa avere a disposizione anche questa arma”, ha annunciato Locatelli.

LA TERZA DOSE

L’andamento positivo della campagna vaccinale non deve farci abbassare la guardia. Il Governo punta ora sulle terze dosi, considerate “il primo e principale terreno su cui concentrare le nostre energie: dobbiamo insistere sul vaccino come strumento fondamentale per gestire questa fase”, ha detto Speranza, aggiungendo che la terza dose è “fortemente raccomandata agli over 60 che hanno completato da 6 mesi il ciclo vaccinale e poi ai fragili, indipendentemente dall’età, e a tutti coloro che hanno avuto una dose unica di J&J. Queste sono le indicazioni al momento”. “Dalla prossima settimana  – ha proseguito il ministro della Salute – lavoreremo per allargare ad ulteriori fasce generazionali”. 

Sulla terza dose, Figliuolo ha fornito qualche dettaglio logistico: “Ieri abbiamo superato le 110mila terze dosi effettuate. Il picco quotidiano di terze dosi di vaccino somministrate che ci aspettiamo, lo avremo tra dicembre e febbraio. Per il 2022 abbiamo già opzionato dosi tali per cui siamo in grado di effettuare la terza dose a tutti quelli che hanno completato qualsiasi tipo di ciclo vaccinale, quindi anche ad alte cifre. Di quelle dosi ce n’è una quota parte che sarà messa a disposizione dei Covax”. Locatelli ha invece sottolineato che la “terza dose è sicura e io stesso l’ho ricevuta senza problemi. Bisogna incrementare la vaccinazione in chi non l’ha fatta ed è importante sottoporsi alla terza dose come protezione» per fragili, anziani e personale medico. 

GREEN PASS E RESTRIZIONI

Rispondendo a una domanda su possibili nuove chiusure e restrizioni, il ministro ha ricordato che “Bisogna far rispettare le regole che già ci sono: in Italia in questo momento c’è l’obbligo di mascherine al chiuso e l’obbligo qualora ci siano rischi di assembramento anche all’aperto. Siamo ancora dentro la fase epidemica e disponiamo di due armi fondamentali che sono la campagna di vaccinazione e il rispetto dei comportamenti corretti”, ha evidenziato Speranza. Parlando della certificazione verde, il ministro ha detto: “il green pass è uno strumento decisivo per il controllo epidemico perché rende più sicuri i luoghi in cui è utilizzato ed ha avuto un effetto incentivante per la campagna di vaccinazione. Quindi l’intenzione del governo è continuare ad utilizzare questo strumento decisivo e non sono all’ordine del giorno delle modifiche. Chiaro che la terza dose produce un prolungamento del green pass: dalla terza dose scattano i 12 mesi”. Sullo stato di emergenza: “Il governo deciderà nelle giornate immediatamente precedenti alla scadenza”.

VACCINO AI BAMBINI

Per quanto riguarda la possibilità di vaccinare i bambini tra i 5 e i 12 anni, Locatelli ha ricordato che la Fda americana  “ha approvato il vaccino anti-Covid di Pfizer per bambini, in una dose di un terzo. Ci sarà un’opportunità di protezione offerta anche a questa fascia di età, sia per proteggere i bambini da forme assai rare, sia proteggerli da forme di long Covid, sia per ridurre ulteriormente la circolazione virale”. Si attende dunque il via libera di Ema ed Aifa, che potrebbe arrivare a metà dicembre. In base alle aspettative, dunque, la somministrazione del vaccino Pfizer ai bambini potrebbe partire “prima di Natale”. 

Locatelli ha spiegato inoltre che “l’American Academy of Pediatrics e la Sip hanno assunto una posizione favorevole sulla vaccinazione dei bambini. Lo studio 5-11 anni ha mostrato sicurezza ed efficacia come per la parte adolescenziale, credo quindi che il bilancio rischio-beneficio sia a favore perché la possibile miocardite è più alta come probabilità a seguito dell’infezione da Covid rispetto invece alla vaccinazione”.

I DATI ITALIANI

In Italia, almeno per il momento, l’andamento dei contagi sembra essere sotto controllo, nonostante anche da noi si registri un aumento. Secondo i numeri forniti dalla Cabina di Regia, l’incidenza settimanale a livello nazionale è pari a 53 casi per 100mila abitanti contro i 46 per 100mila abitanti della scorsa settimana. L’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è pari a 1,15 (range 0,93 – 1,28), in aumento rispetto alla settimana precedente quando era stato di 0,96. Nonostante l’aumento, tutte le Regioni rimangono in bianco, avendo un tasso di occupazione delle terapie intensive sotto il 10% (al 4%) e dei reparti ordinari sotto il 15% (al 5,3%). Se fossero ancora validi i vecchi parametri però, 12 Regioni e le 2 Province autonome sarebbero già in giallo e due Regioni (Umbria e Puglia) in arancione. 

Fonte: European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC)

I DATI EUROPEI

In Europa, i nuovi malati negli ultimi 7 giorni sono aumentati del 6%, il dato più alto a livello globale. L’Europa è anche la regione con il più alto tasso di contagi al mondo, con 192 casi ogni 100mila persone (l’Italia, come detto, è a 53). Parlando dei singoli Paesi, la situazione è preoccupante in Germania, dove il ministro della Salute, Jens Spahn, ha parlato di “pandemia dei non vaccinati”. Secondo i dati riportati dal Robert Koch Institut, i nuovi contagi delle ultime 24 ore sono stati 33.949, 165 i decessi. “Se la situazione pandemica si aggrava ulteriormente negli ospedali, le nuove restrizioni sono possibili solo per chi non è vaccinato”, ha già anticipato Steffen Seibert, portavoce del governo tedesco. Grave la situazione in Bulgaria dove l’incidenza è pari a 683 casi ogni 100mila abitanti, quasi il triplo della media Ue, e la mortalità è pari a 202 decessi per milione di abitanti, la seconda più alta dopo la Romania. Il governo ha annunciato la sospensione di tutte le operazioni chirurgiche e dei ricoveri non urgenti, dato che i pazienti Covid occupano ormai il 90% dei posti letto in terapia intensiva. In Bulgaria, solo il 26,2% della popolazione ha completato il ciclo vaccinale, la percentuale più bassa in Europa. 

Contagi aumentati del 24% in Polonia. Nel Regno Unito nelle ultime 24 ore sono stati registrati 41.299 nuovi casi e 217 morti, la Francia ​​ha superato la soglia dei 10mila nuovi casi (il governo ha esteso fino a luglio il pass sanitario), il Belgio è a 7.750 nuovi casi, il 36% in più rispetto alla settimana precedente. Per fare un confronto, ieri in Italia 5.905 nuovi casi e 59 morti. 

SPUTNIK, SINOVAC E J&J

“Daremo il green pass a chi ha completato un ciclo di vaccinazione non Ema e che entro sei mesi avrà un booster con Pfizer o Moderna”, ha annunciato il ministro della Salute, Roberto Speranza. Una circolare del ministero della Salute prevede infatti che i soggetti vaccinati con il cinese Sinovac e il russo Sputnik possono ricevere una dose di richiamo con Pfizer e Moderna a partire da 28 giorni e fino a un massimo di 6 mesi dal completamento del ciclo primario. Se invece è stato superato il termine di sei mesi, così come in caso di mancato completamento dello stesso, è possibile procedere con un ciclo vaccinale primario completo con vaccino a m-RNA.

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