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Qualità della vita: Milano al primo posto anche nel 2024. Mezzogiorno in coda. Cambiano i parametri del benessere

Imagoeconomica

Milano di nuovo sul podio, seguita da Bozano e Monza Brianza. E’ il risultato della nuova edizione dell’Indagine annuale sulla qualità della vita 2024 realizzata da ItaliaOggi e Ital Communications, in collaborazione con l’Università Sapienza di Roma, giunta alla 26ª edizione. Sono cambiati i parametri del benessere, come emerge dall’indagine, che colgono il cambiamento delle esigenze e delle aspirazioni degli abitatnti.

Ciò che ha portato Milano in cima alla classifica sono stati la qualità dei servizi, la soglia di reddito, l’efficienza delle infrastrutture, la vitalità del tessuto produttivo: in totale ha conquistato con un’ottima performance in otto dimensioni d’analisi su nove, compresa la dimensione ambientale. “L’indagine rappresenta un passo significativo nell’evoluzione del concetto di qualità della vita” ha sottolineato Attilio Lombardi, Founder di Ital Communications, “integrando nuovi parametri che rispecchiano le esigenze e le aspirazioni delle comunità moderne“.

I nove sensori del benessere in città

Lo studio mette in evidenza le città italiane che offrono le migliori condizioni di benessere ai propri abitanti e si articola in nove dimensioni d’analisi: affari e lavoro, ambiente, reati e sicurezza, sicurezza sociale, istruzione e formazione, popolazione, sistema salute, turismo, reddito e ricchezza.

L’idea di benessere, che un tempo veniva vista in centri tranquilli, di piccole dimensioni ora si è modificata. La tendenza più importante rilevata dall’indagine di quest’anno è la conferma di quanto emerso già dopo la pandemia: la migliore progressione delle città metropolitane, soprattutto quelle del Centro-Nord, che evidentemente, dice l’indagine, hanno saputo dimostrare una maggior resilienza rispetto ai centri di piccole dimensioni. Ma c’è un’altra novità a questo proposito: per la prima volta è stato introdotto nell’analisi delle città metropolitane del Centro-Nord l’introduzione dei dati sul turismo, assenti nelle precedenti edizioni, dati che le hanno favorite grazie ad un sistema che le ha rese attrattive, quindi in grado di attirare pubblico diversificato, durante tutto l’anno e non solo nella stagione estiva o in quella invernale.

Bologna e Trento completano il gruppo delle migliori città del 2024, collocandosi rispettivamente al quarto e quinto posto, e si distinguono per la loro capacità di coniugare sviluppo economico, sostenibilità ambientale e alti livelli di sicurezza e benessere.

Guardando ai grandi scossoni della classifica, da segnalare in negativo Savona (-20, dal 43° al 63° posto) e in positivo Ferrara (+21, dal 48° al 27° posto).

Più netto il divario tra regioni del Nord e Mezzogiorno e Isole

Di riflesso, si fa più netta la separazione tra le regioni del Nord e il Mezzogiorno e Isole, dove crescono aree di disagio sociale e personale.

In fondo alla classifica invece ci sono Caltanissetta(107ª), insieme a Reggio Calabria (106ª, ha perso 11 posizioni dal 2023) e Agrigento (105ª, caduta di un posto rispetto all’anno precedente). Per quanto riguarda Caltanissetta, ci sono vulnerabilità in molti aspetti della qualità della vita, comuni alle province del Mezzogiorno.

La dimensione “Affari e Lavoro” comprende 8 indicatori, che riportano informazioni sul mercato del lavoro (tasso di occupazione e disoccupazione distinti per sesso), sulla nati-mortalità aziendale, sull’importo dei protesti per abitante e sulla incidenza di startup e Pmi innovative. Bolzano e Bologna si piazzano, come nelle due passate edizioni, rispettivamente al primo e al secondo posto, a seguire Verona, Trieste e Padova. A chiudere la classifica Napoli.

La dimensione “Ambiente” è articolata in due sottodimensioni: una negativamente associata alla qualità della vita che comprende indicatori di impatto ambientale; la seconda positiva, in cui figurano anche variabili il cui andamento può essere messo in relazione con le azioni degli amministratori locali. Monza e della Brianza apre la classifica della qualità ambientale, seguita da Padova, Reggio Emilia e Mantova. In coda Catania.

L’analisi dei risultati rilevati in questa e nelle passate edizioni denota una sostanziale stabilità del quadro relativo alla sicurezza. Enna è al primo posto nella dimensione relativa a reati e sicurezza, scalando 9 posizioni rispetto all’anno precedente. Seguono, nell’ordine, Frosinone, Benevento e Campobasso. Chiude Rimini.

La dimensione “Sicurezza sociale” ha subito alcune variazioni nell’impianto complessivo lo scorso anno. È stato eliminato il dato sui NEET, ovvero la percentuale di persone in età compresa tra 15 e 29 anni che non lavorano, non studiano e non aderiscono a programmi di formazione, in quanto non più prodotto dall’Istat. L’indicatore è sostituito dal tasso di inattività registrato tra i 25 e i 34 anni. La provincia che quest’anno apre la classifica è Rovigo, seguita da Cremona, Bolzano, Cuneo e Milano. La provincia in coda è Taranto.

La dimensione “Istruzione e formazione” fornisce una valutazione circa la dotazione di capitale umano e comprende 6 indicatori, tutti positivamente associati alla qualità della vita, tratti dal Bes (Benessere equo e sostenibile) curato dall’Istat: tasso di partecipazione alla scuola dell’infanzia, percentuale di persone di età compresa tra 25 e 64 anni in possesso almeno di un diploma di istruzione secondaria superiore, percentuale di persone di età compresa tra 25 e 39 anni in possesso di laurea o altri titoli c.d. terziari, percentuale di persone di età compresa tra 25 e 64 anni coinvolte in attività di formazione permanente e la percentuale di studenti in possesso di adeguate competenze numeriche e alfabetiche. Apre la classifica Bologna, confermando il piazzamento dello scorso anno. A seguire altre due province del Nord-Est, Trento e Trieste, e Milano in rappresentanza del Nord-Ovest. La provincia in ultima posizione è Crotone.

L’inserimento dei nuovi indicatori ha un effetto profondo sulla composizione del gruppo di testa, da cui escono tutte le province dell’Italia meridionale e insulare che occupavano fino a due anni fa posizioni di vertice. Bolzano si conferma al primo posto, risultato che si ripete da dieci anni a questa parte. A seguire si classificano nel gruppo di testa Trento, Monza e della Brianza, Milano e Brescia. Chiude la classifica Sud Sardegna.

Isernia apre la classifica della dimensione relativa al “Sistema salute“, confermando il piazzamento già conseguito lo scorso anno, così come Terni, seconda classificata. A seguire Ancona, Pavia e Genova che a loro volta confermano gli eccellenti piazzamenti conseguiti nelle passate edizioni dell’indagine. I servizi sanitari si concentrano prevalentemente nelle città metropolitane e in poli di eccellenza nella ricerca medica (Pisa e Siena), ma esistono anche altri fattori. Chiude la classifica Vibo Valentia.

A partire da quest’anno la dimensione “Turismo” comprende anche intrattenimento e cultura. Apre la classifica Bolzano, seguita da Rimini, Trieste, Roma e Verona. In ultima posizione Enna.

Per quanto riguarda reddito e ricchezza, Milano conferma il primo posto già ottenuto nelle ultime quattro edizioni. A seguire Bologna, Modena, Biella e Parma. Chiude la classifica, come nelle cinque passate edizioni, la provincia di Crotone.

Secondo Marino Longoni, condirettore di ItaliaOggi: “Lo studio si articola in 93 indicatori di base che raggruppano elementi come il lavoro, gli affari, la sicurezza, l’ambiente e la giustizia. Dalla ricerca di quest’anno emerge principalmente il divario tra Centro-Nord e Sud Italia, dove si evidenziano ampie sacche di disagio sociale, e vediamo inoltre la conferma di un elemento già presente negli anni passati, ovvero la crescita delle città metropolitane”.

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Categories: Economia e Imprese