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Qualità della vita: Covid stravolge tutto, comanda l’Oceania

Secondo il Liveability report 2021 dell’Economist, la pandemia ha fatto perdere alle città europee il primato della qualità della vita. Nuova Zelanda al primo posto, Roma tra quelle che peggiorano di più

Qualità della vita: Covid stravolge tutto, comanda l’Oceania

Ve le ricordate le classifiche sulla qualità della vita, con città svizzere o scandinave sempre nelle prime posizioni? Ecco, il Covid ci ha tolto anche questa certezza. Fermo restando che parametrare la vivibilità di una città è molto difficile, l’Economist ci ha provato anche quest’anno nel suo Liveability report 2021, nel quale non ha potuto non tenere conto degli effetti, spesso devastanti, della pandemia. E’ così l’Europa, che di solito occupa le prime posizioni, è stata scavalcata dal resto del mondo, in particolare da Oceania e Giappone che occupano le prime sei posizioni con, nell’ordine, Auckland, Osaka, Adelaide, Wellington, Tokyo (che si appresta ad ospitare le Olimpiadi), Perth. Relegate nella parte bassa della top ten due campionesse storiche come Ginevra e Zurigo, seguite di nuovo da Melbourne e Brisbane.

Il “mistero” è presto svelato: l’annuale report dell’Economist, che prende in esame 140 città in tutto il mondo (in Italia Roma e Milano), si basa su cinque categorie di valutazione e cioè stabilità, cultura e ambiente, educazione, infrastrutture e healthcare. Ecco perché immancabilmente sono state premiati i Paesi meno colpiti dalla pandemia, o perché hanno reagito tempestivamente chiudendo le frontiere e controllando i focolai (in Nuova Zelanda sono morte solo 26 persone per Covid), o perché hanno accettato di convivere per quanto possibile col virus, senza penalizzare le attività e la vita quotidiana dei cittadini, o perché sono stati particolarmente rapidi nelle vaccinazioni. Quest’ultimo parametro spiega ad esempio l’incredibile balzo in classifica di Honolulu, capitale della Hawai, che guadagna ben 46 posizioni ed è 14 esima. Negli Stati Uniti spiccano anche le rimonte di Houston e Miami, ora 28 esima e 31 esima.

Guadagna 25 posizioni anche Madrid, unica tra le città europee a segnare un miglioramento, anche in questo caso spiegato con la scelta politica di non far pesare troppo il lockdown: nell’area metropolitana della capitale spagnola, scuole, bar e ristoranti sono aperti da maggio 2020. Con Madrid 19 esima e Barcellona che risale di 22 posizioni fino al 16 esimo posto, la Spagna piazza due città nella top-20. Non lo stesso si può dire dell’Italia: secondo l’Economist Roma è la sesta città al mondo ad aver registrato il peggioramento più visibile. Oggi è 57 esima, 21 posizioni in meno dell’anno scorso, con punteggio 77.3: “Day-to-day living is fine, in general, but some aspects of life may entail problems”, è la pagella del quotidiano britannico. La vita alla giornata tutto sommato non è male, ma alcuni aspetti possono creare problemi. Appena meglio va a Milano.

Lo smacco peggiore tuttavia è quello di Vienna, trionfatrice nel 2020 e oggi solo 12 esima, così come le città tedesche, di cui l’Economist giudica negativamente soprattutto i sistemi ospedalieri, messi “sotto stress” dalla pandemia. Così Amburgo, Dusseldorf e Francoforte perdono rispettivamente 34, 29 e 28 posizioni, finendo intorno alle posizioni 40-50. Da segnalare anche il flop di Dublino: l’Irlanda viene spesso indicata come un’isola felice in Europa, grazie al suo sistema fiscale che ha prodotto una crescita senza precedenti e a una stile di vita da molti giudicato cool. Niente da fare, il Covid ha colpito anche lì, è Dublino oggi è solo la 51 esima città nel mondo dove si vive meglio, non molto meglio di Roma. Le peggiori in assoluto sono Damasco in Siria e Lagos in Nigeria, ma anche la vicina Tripoli non scherza: 135 esima su 140.

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