La prima scommessa si può dire sia stata vinta con successo. In due anni il fondo Tages Helios, interamente dedicato al settore del fotovoltaico italiano, ha raccolto 253 milioni e ha chiuso le sottoscrizioni. Lo ha annunciato pochi giorni fa la controllante Tages Holding, riportando alla ribalta il protagonista dell’operazione e top manager di lunga esperienza: Umberto Quadrino. E questa è solo una parte del racconto. Di questi 253 milioni, circa 150 sono già stati investiti nell’acquisizione di impianti per 157 MegaWatt (MW) complessivi che ne fanno il terzo operatore italiano; altri 100 milioni sono in cassa e sono a caccia di opportunità di business interessanti. Ciò apre nuovi orizzonti di fronte alla sconfinata prateria dei 19.000 MW solari installati in Italia: solo 600 sono in mano ai primi due produttori, la jv tra Enel e F2I e RTR del gruppo Terra Firma, previsto in vendita in autunno. Il resto è frammentato in migliaia di piccole mani in cerca di nuovo padrone. E già si intuisce dove Quadrino andrà a cercare le occasioni per i prossimi investimenti.
La sua storia parla da sola: ha passato trent’anni in Fiat dove ha lavorato con Cesare Romiti fino a diventare amministratore delegato di New Holland e portare in Borsa Cnh; nel 2001 arriva in Montedison che – con lui Ad – diventa Edison, secondo produttore di energia dopo Enel. Lascia quando il colosso francese Edf diventa proprietario al 100% della società. La “terza vita” è nella finanza con Tages Holding di cui è presidente, ma senza dimenticare l’esperienza acquisita nel mondo dell’energia: un plusvalore prezioso nel momento in cui è in corso una rivoluzione epocale nel modo di produrre l’elettricità. Ma diamo a lui la parola in questa intervista a FIRST online.
Dall’industria alla finanza. dottor Quadrino, ci racconta come nasce la sua nuova avventura con Tages?
“Il gruppo è nato 6 anni fa, nel 2011, per iniziativa di un alcuni banchieri in uscita da Citi – Panfilo Tarantelli, Sergio Ascolani e Salvatore Cordaro, quest’ultimo da Credit Suisse – che hanno avuto il coraggio di investire in fondi di fondi hedge proprio mentre alcune banche, spinte dalla crisi, stavano dismettendo queste attività. Oggi Tages Capital LLP, questo è il nome della controllata, opera su fondi alternativi da Londra con il socio La Française des placements, per una clientela internazionale diversificata in cui l’Italia pesa circa un terzo e conta su 2 miliardi di asset under management. La seconda gamba di Tages Holding è il Credito Fondiario acquisito tre anni fa, completamente riorganizzato e ora concentrato sull’attività dei Non Performing Loans (Npl) con asset in gestione e advisory per 14 miliardi. Diamo servizi a fondi internazionali o entità come il Fondo Atlante e realizziamo operazioni in proprio. Socio di minoranza, con una partecipazione importante, è il fondo Usa Elliott.
La terza attività di Tages Holding è, per l’appunto, Tages Capital Sgr, società milanese che ha lanciato due anni fa il fondo alternativo immobiliare Tages Helios interamente destinato a investimenti nel fotovoltaico in Italia. La raccolta è andata bene, gli investimenti anche, direi che siamo ben incamminati. Tanto che stiamo pensando di lanciare nuovi prodotti in questo settore o in altri, con analogo profilo di rischio e di redditività, sempre nelle infrastrutture”.
La domanda a quanto pare non manca…
“Vediamo una grande richiesta da parte degli investitori istituzionali di prodotti con durata 10-15 anni, alla ricerca di buoni rendimenti, bassa volatilità e nessuna correlazione con l’andamento del mercato azionario e obbligazionario. Negli ultimi sette anni molte cose sono cambiate e la stagione dei tassi bassi, con i Btp arrivati a rendere sotto il 2% anche su scadenze molto lunghe, ha costretto molti operatori a rivedere i propri investimenti.
Il settore fotovoltaico presenta le caratteristiche di stabilità di rendimento e decorrelazione adatte ad investitori di lungo termine. Il taglio retroattivo degli incentivi ha spiazzato molti operatori, la maggioranza dei quali non esperti del settore elettrico. Si è creato un mercato con molti asset in vendita, per cui i pochi operatori dotati di una capacità industriale vera hanno iniziato un percorso di consolidamento. In questo scenario si è inserito il fondo Tages Helios: promettiamo una redditività dell’8-10% nei 15 anni di durata del fondo. Inoltre, rimborsiamo tutto il capitale poiché lo ammortizziamo anno per anno ed a fine periodo consideriamo il valore finale pari a zero anche se, in realtà, il valore finale sicuramente ci sarà : oltre al valore immobiliare la licenza a produrre è permanente e sul terreno autorizzato sarà possibile procedere al repowering degli impianti . A fine vita questa è un’opportunita’ ed il plusvalore andrà ai nostri sottoscrittori”.
In quali altri settori pensate possano esserci ulteriori occasioni di business?
“Per quanto riguarda Tages Capital sgr l’orizzonte è quello degli asset regolati, per esempio la rete di distribuzione del gas. Italgas , F2i e le ex municipalizzate hanno una fetta importante del mercato italiano, ma ci sono molti piccoli distributori e ora sono in arrivo le gare per le concessioni. Stiamo valutando se ci sono spazi. Un altro comparto potrebbe essere quello della depurazione dell’acqua. Poi sta nascendo una “quarta gamba” del gruppo Tages e di cui non abbiamo ancora parlato”.
Quale?
“Nel gruppo Tages è entrato Francesco Trapani, per oltre 20 anni Ceo di Bulgari, che ha portato l’azienda da prodotto di nicchia a brand globale. Forte di questo background e dell’esperienza nel private equity maturata in Clessidra, sta valutando con Tages un’iniziativa di private equity nel consumer-branded retail-luxury: aziende che vendono un prodotto o un servizio al cliente finale con un brand, dall’azienda di moda, alla catena di ristoranti, dall’azienda di scarpe, a quella di profumi e cosmetica”.
E’ un settore tornato di grande interesse, come dimostra anche la recente operazione Amazon-Whoole Foods. Ma tornando al fotovoltaico, dove vedete le maggiori opportunità?
“Tages Helios è dedicato al fotovoltaico italiano. Non c’è dubbio che le maggior opportunità siano nel consolidamento del mercato che come dicevamo è estremamente frammentato e nel quale sono possibili molte efficienze per migliorare la redditività. Noi con 100 milioni in cassa possiamo acquisire altri 100 MW. A partire dal secondo fondo che abbiamo in mente di lanciare, esploreremo altre possibilità: per esempio in altre tecnologie come l’eolico e all’estero”.
Con la Sen, Strategia energetica nazionale, in discussione in questi giorni, si apriranno spazi per nuovi impianti?
“Al momento non si sente la necessità di nuova capacità produttiva in Italia. Nei prossimi 10 anni, nei Paesi sviluppati, si prevede che la domanda elettrica rimarrà stabile perché la crescita di domanda legata all’aumento del PIL sarà in buona parte assorbita dal risparmio energetico. Aumenterà in Cina, Africa, India ma non da noi. Tuttavia il programma di chiusura di 22 centrali termoelettriche avviato da Enel potrebbe aprire spazi per nuove rinnovabili, ma l’era degli incentivi è da considerarsi finita. Gli spazi quindi si apriranno solo se, nel frattempo, il fotovoltaico sarà diventato pienamente competitivo, in termini di prezzo, con le altre fonti”.