Si moltiplicano i segnali di caduta della domanda globale: continua la discesa del petrolio, che ha chiuso a New York sotto i 46 dollari dopo aver toccato un minimo a 44,2. Si è aperta però una nuova breccia sul fronte delle commodities: il rame, termometro fedele delle richieste da parte dell’industria, ha perduto ieri il 6,3%,, dopo la rottura dei supporti a 5.500 dollari la tonnellata.
La Banca Mondiale ha intanto tagliato le stime della crescita per l’anno in corso dal 3,4 al 3%: pesa la congiuntura deludente dell’Europa. Stamane l’euro è scivolato a 1,1753, la quotazione più bassa dal dicembre 2005. Ecco gli ingredienti che spiegano la frenata dei listini in Asia e Usa dopo una prima parte della giornata all’insegna del Toro: Tokyo perde lo 0,3%, Hong Kong +0,8%.
A Wall Street l’indice Dow Jones è sceso dello 0,15%, l’S&P 500 dello 0,25% e il Nasdaq dello 0,07%. Il mercato snobba Alcoa (-2,3%) dopo il bilancio positivo che ha aperto la stagione delle trimestrali. Brilla invece la stella di Apple (+ 3%, a 112,7 dollari) grazie alla spinta della promozione di Credit Suisse da Neutral ad Outperform. Il nuovo target price è 130 dollari, venti in più del precedente grazie alle nuove stime sulle vendite dell’iPhone.
PIAZZA AFFARI E’ IL LISTINO LEADER
Più tonico il clima dei mercati europei, galvanizzati dall’approssimarsi del Quantitative Easing. C’è grande attesa per il discorso che Mario Draghi terrà oggi alla conferenza di Die Welt. Piazza Affari ha guidato il rialzo delle Borse: l’indice FtseMib segna in chiusura un progresso dell’1,9%. Torna a salire la produzione industriale italiana: +0,3% a novembre. La Borsa di Parigi è salita dell’1,1%, Francoforte +1,3%, Madrid +1,5%.
Lo spread tra Btp e Bund è a 133 punti base per un rendimento del decennale domestico pari all’1,81% dopo che in asta il Tesoro ha collocato Btp per 7 miliardi di euro a tassi record.
TELECOM SUPERSTAR STRINGE SUL BRASILE
Tra le tante blue chips in evidenza a Piazza Affari merita una citazione particolare Telecom Italia (+ 4,3%, la miglior seduta dalla fine di ottobre) trascinata dal successo registrato con il collocamento di un bond da un miliardo di euro, piazzato a un rendimento del 3,33%, nettamente inferiore al costo medio del suo debito.
Intanto, si muove il fronte brasiliano. L’ad Marco Patuano ha annunciato una prossima vista al nuvo ministro delle comunicazioni brasiliane. Il rinvio dell’assemblea sulla vendita ad Altice degli asset di Portugal Telecom da parte di Oì, aumenta il potere contrattuale del gruppo italiano in vista di un’integrazione con la stessa Oì.
Denaro anche su Mediaset (+3,24%): Telefonica ha perfezionato l’acquisizione dell’11,1% di Premium per un corrispettivo di 100 milioni di euro, valorizzando la nuova società di tv a pagamento italiana pari a 900 milioni di euro.
VOLA SARAS, FAVORITA DAL CALO DEL GREGGIO
In recupero Eni (+1,6%), nonostante S&P Capital IQ abbia tagliato il rating a Strong Sell con target price a 10,4 euro. Tenaris avanza dello 0,7%. Favorita dal divieto delle vendite allo scoperto, rialza la testa Saipem (+4,4%) dopo la caduta del 9,7% di ieri. La nota più interessante di giornata riguarda però Saras, uno dei titoli migliori con un balzo finale del 7,2% a 0,860 euro.
A spiegare l’ondata di acquisti è la violenta caduta del prezzo del greggio, che ha ricadute positivi sull’andamento dei margini di raffinazione. Secondo quanto comunicato dalla stessa Saras, la scorsa settimana il margine per la raffinazione ha superato ampiamente la soglia dei 2 dollari/barile, collocandosi al livello più alto dal mese di novembre. Intanto si fa sentire l’effetto del calo dei prezzi: al distributore si riflette sui consumi: in ottobre i consumi di benzina e gasolio per autotrazione hanno segnato un rialzo dell’1,1%, dopo il +4,2% registrato a settembre.
FCA IN PAREGGIO IN EUROPA GIA’ NEL 2015
La caduta del petrolio è un’ottima notizia per i Big dell’auto. Ma complica i piani dell’amministrazione Usa che insiste a chiedere ai produttori investimenti nell’auto elettrica e in motor puliti, nonostante che la domanda si orienti verso i Suv e le cilindrate più potenti e dai consumi più elevati.
“Sono le regole sul CO2 che ci complicano la vita più di tutto il resto” ha dichiarato Sergio Marchionne aggiungendo però che Fca continuerà a produrre in Usa vetture elettriche e a sviluppare macchine in linea con i voleri dell’Amministrazione.
Sale intanto Fiat Chrysler (+1,8%), dopo le dichiarazioni del ceo al salone di Detroit: Marchionne ha detto che il gruppo potrebbe raggiungere il pareggio in Europa già nel 2015, con un anno di anticipo rispetto all’obiettivo del piano industriale. Barclays ha ripreso la copertura del titolo con un target di 11,5 euro.
In evidenza anche Pirelli, che sale del 2,3%. Cnh Industrial +0,5%. Nell’automotive brilla anche Brembo (+3,2%). Tra gli altri industriali StM ha guadagnato lo 0,9%. Finmeccanica avanza dell’1,4%, la controllata Ansaldo Sts +1,9%: secondo le ultime indiscrezioni, il gruppo cinese Insigma starebbe insistendo con Finmeccanica per negoziare in esclusiva l’acquisto della società del segnalamento ferroviario e di Ansaldo Breda.
BANCHE, ARRIVA LA RISCOSSA DEI BIG
A sostenere il mercato ci hanno pensato anche le banche. In grande evidenza Intesa (+3%) ed Unicredit (+2,4%). Salgono anche Bpm (+ 4%), Bper (+2,3%) e Mediobanca (+1,5%). Banco Popolare avanza dello 0,9%, Ubi +1,3%. Invariato Mps, +0,09%. Banca Carige ha chiuso piatta a 0,0614 euro: le offerte non vincolanti per Banca Cesare Ponti dovrebbero arrivare a inizio febbraio. Fra le assicurazioni è stata la giornata di UnipolSai (+3,4%), Generali sale dello 0,8%.
VOLANO CUCINELLI E TOD’S
Nel resto del listino continua la corsa di Campari (+3,4%), dopo la promozione di Nomura. Nel lusso avanzano in particolare Yoox (+5%) e Tod’s (+4,2%). Ferragamo sale del 2,8%, Moncler +2,92%. Cucinelli +4,7% dopo i conti. Equita ha alzato il prezzo obiettivo da 16,6 a 17,5 euro (hold) dopo i dati sul fatturato preliminare 2014 e sul debito.