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PwC guarda alla Pa: a Roma 1.000 mq per l’innovazione digitale

Realtà virtuale, avatar, robot, lavagne digitali, stampanti 3D. Mentre si mette in cantina il vecchio modello di business e le imprese virano verso l’era Industria 4.0, la multinazionale della consulenza PricewaterhouseCooper’s (PwC) ha deciso di spingere sull’innovazione digitale delle aziende ed ha lanciato oggi a Roma, in collaborazione con Google, il PwC’s Experience Centre. Ad aprire i battenti nella Capitale, a partire da giovedì 27 ottobre, è un luogo dell’innovazione ampio circa mille metri quadri e dedicato alle aziende pubbliche e private, grandi e piccole, che, nell’era del web e dell’IoT, vogliono innovare attraverso le nuove tecnologie digitali.

Attraverso appunto l’experience, l’esperienza, ovvero l’interazione con i consumatori, che sono sempre più digitali e perciò le loro attese sull’esperienza offerta sono il motore della trasformazione delle aziende. “Oggi la capacità di innovare e rivedere dinamicamente i modelli di business è alla base non solo del successo, ma anche della sopravvivenza delle imprese. Come Network PwC continuiamo ad affiancare i nostri clienti nel loro percorso di innovazione, non solo digitale, facendo in modo che esso sia sostenibile e in grado di migliorare sensibilmente e costantemente i risultati. L’Experience Centre è un tassello importante di questa strategia”, spiega Ezio Bassi, Territory Senior Partner (TSP) di PwC in Italia.

L’Experience Centre è un ambiente avveniristico, a pochi passi dalla Cristoforo Colombo, dove tutto – pareti, lavagne, scrivanie, pannelli – si può scomporre e ricomporre plasmando ogni volta gli spazi in funzione delle necessità delle aziende. Al nuovo centro è possibile dialogare con un robot avatar che cammina con noi e ci porta in diretta le espressioni del viso e le parole di una persona che vive a New York o immergersi in un scenari virtuali a 360° con la realtà virtuale, dove si può assistere a fogli che parlano, tazze che comunicano e si possono spostare immagini e testi con le mani da una parete all’altra, proprio come nel film “Minority report”.

Per dare un’idea di quel che potrà diventare lo scenario dei prossimi anni, Pwc ha chiamato il guru americano della cybercultura Kevin Kelky. “Il futuro delle tecnologie è imprevedibile, io lo definisco inevitabile – afferma in videoconferenza da Pacifica in California – e sono trend che ci consentiranno di attivare altre nuove tecnologie ancora”. “Ciò che penso – aggiunge – è che un giorno tutti i dispositivi, tutti i computer saranno collegati fra loro, come oggi noi siamo tutti connessi, fino a produrre una ‘macchina mondiale’ potentissima. Ma non supererà l’intelligenza dell’uomo”.

Tornando all’Experience Center, come si interagisce con i consumatori? Rendendo i prodotti sempre più smart, ovvero facendo in modo che i prodotti fisici, la cui struttura e destinazione non può essere modificata, incorporino sempre più software. Come per esempio il carrello della spesa, progetto sul quale PwC sta lavorando con un big della grande distribuzione, che tramite un’app potrà comunicare con il consumatore attraverso lo smartphone, fornendo servizi utili come la possibilità di compilare la lista della spesa e, attraverso un dispositivo applicato sullo stesso carrello e connesso via blue tooth con lo smarphone, di individuare i prodotti sullo scaffale e segnalarli al cliente.

Le nuove soluzioni offerte da PwC alle aziende si basano su questi passaggi: 

– la co-progettazione, realizzata anche collaborando con centri di ricerca, partner tecnologici e le persone – consumatori, cittadini, utenti – che utilizzeranno la soluzione progettata;

– l’analisi delle abitudini di consumo e comportamento e la progettazione dei percorsi d’esperienza, effettuata utilizzando l’indagine etnografica; 

– la prototipazione, sia di oggetti fisici che software;

– l’accesso alle tecnologie più innovative, come l’Internet of Things, la Realtà Virtuale, la Realtà Aumentata, l’Intelligenza Artificiale, la Robotica e il Blockchain. 

Nonostante l’impronta fortemente tecnologica, spiega ancora Ezio Bassi, “nell’Experience Centre di PwC la persona, in quanto soggetto di esperienze consapevoli e inconsapevoli, è il centro di tutto. Il metodo di lavoro è basato sulla co-progettazione e il confronto delle idee. Si adotta la prototipazione perché vedere e toccare le cose aiuta a pensare. Si cerca, con nuove tecniche, il confronto con gli utenti finali. E soprattutto si tende alla massima velocità”.

Questa filosofia che PwC porta in Italia, si inserisce in uno scenario globale confermato dal “2016 Global Innovation 1000 Study” . Dalla ricerca risulta infatti che le aziende stanno spostando gli investimenti in innovazione dai prodotti a software e servizi. Questo passaggio è dovuto e al crescente utilizzo di software incorporati nei prodotti così come alla possibilità di connetterli tra loro e con Internet. L’investimento medio in software e servizi, secondo l’analisi Pwc, è cresciuto dal 54% al 59% tra il 2010 e il 2015 e ci si aspetta che continui a crescere fino al 63% entro 2020. Dall’altro lato, l’investimento medio sullo sviluppo della componente fisica dei prodotti è sceso al 41%, dal 46% nel 2010, e ci si aspetta che scenda al 37% entro 2020.

Il forte investimento in software e servizi conferma la sua sostenibilità economica: le aziende che hanno conseguito una più veloce crescita dei ricavi rispetto ai competitor sono quelle che hanno allocato maggiori risorse allo sviluppo software dei prodotti (il 25% in più). A prova di questi dati, la ricerca dimostra che stanno crescendo gli investimenti in acquisizione di aziende di software e servizi, rispetto a quelle che si occupano di hardware meccanico ed elettronico e soprattutto che le aziende stanno adottando strumenti innovativi per cambiare il proprio modello di business.

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