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Putizza: l’antico dolce triestino amato da Papa Francesco da non confondersi con la Gubana. Ecco la ricetta

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Tra i dolci simbolo del Friuli Venezia Giulia, la putizza occupa un posto d’onore. Spesso confusa con la più conosciuta gubana, è in realtà una preparazione con una propria identità e una storia affascinante che si intreccia con le tradizioni austro-ungariche e slovene. Tipica delle zone di Trieste e Gorizia, la putizza è il dolce delle grandi occasioni, immancabile a Natale e Pasqua.

Riconosciuta come prodotto agroalimentare tradizionale (Pat), la putizza è molto più di una ricetta: è un pezzo di storia culinaria che racchiude l’anima e l’identità del Friuli Venezia Giulia, unendo sapori che raccontano secoli di cultura e tradizione.

Origini e leggende della putizza

Secondo lo storico prof. Kuhar, l’origine della putizza è da ricercare nella Slovenia medievale, come testimoniano i ricettari della borghesia viennese del XVIII secolo. Il nome deriverebbe dal termine sloveno potica, legato al verbo poviti, che significa “avvolgere” o “arrotolare”, in riferimento alla caratteristica forma a chiocciola del dolce.

Una delle prime apparizioni documentate della putizza risale al 1864, durante una festa al Castello di Miramare a Trieste, organizzata dal principe Massimiliano d’Asburgo e sua moglie Carlotta. Da allora, la putizza si è consolidata come dolce delle grandi occasioni, celebrando le festività natalizie e pasquali con il suo sapore ricco e aromatico.

Putizza e gubana: somiglianze e differenze

Pur avendo alcune affinità, la putizza e la gubana presentano significative differenze. L’impasto della putizza è soffice, ricco di burro e uova, mentre quello della gubana goriziana è più simile a una pasta sfogliata. Il ripieno della putizza è un trionfo di sapori: noci, uvetta, canditi, biscotti sbriciolati, miele e spezie come la cannella e la noce moscata, spesso arricchito con un tocco di rhum. Esistono anche varianti che includono pinoli, mandorle o persino ciccioli, segno della straordinaria versatilità di questa ricetta.

“Prepari la putizza?”: il siparietto tra Papa Francesco e Melania Trump

Dolce delle grandi occasioni, ricco di storia e tradizioni, è diventato improvvisamente protagonista di un curioso episodio internazionale durante la prima presidenza di Donald Trump.

Nel 2017, durante l’incontro tra Papa Francesco e Donald Trump, accadde un episodio che ha divertito molti. Il Pontefice, sempre cordiale e diretto, rivolgendosi a Melania Trump, le chiese: “Prepari la putizza?” L’interprete, però, fraintendendo il termine, tradusse “putizza” con “pizza”, dando vita a un simpatico siparietto. La First Lady, mantenendo il suo consueto aplomb, rispose con un sorriso che lasciava trasparire il divertimento dell’incontro. Ma cosa c’è dietro questa domanda? La putizza è un dolce molto amato anche da Papa Francesco grazie ai suoi legami familiari con la cultura slovena. Questo episodio ha portato l’attenzione su un dolce che, pur essendo un simbolo nelle case del Nord-Est italiano e nei balcani, era pressoché sconosciuto al grande pubblico internazionale. Grazie a questo piccolo errore linguistico, la putizza ha guadagnato una visibilità inaspettata.

La ricetta della putizza triestina

La preparazione della putizza segue un procedimento meticoloso e richiede tempo, codificato in un disciplinare depositato a Trieste. L’impasto, lavorato in tre fasi di lievitazione, viene arricchito progressivamente fino a ottenere una base soffice e profumata, pronta ad accogliere il ripieno ricco e aromatico. La fase finale prevede l’arrotolamento dell’impasto farcito, conferendo al dolce la sua caratteristica forma a spirale.

Ingredienti per l’impasto

  • 500 g di farina
  • 70 g di zucchero
  • 120 g di burro
  • 2 uova
  • 25 g di lievito di birra
  • 150 ml di latte tiepido
  • Scorza grattugiata di limone o arancia
  • Un pizzico di sale
  • 2 cucchiai di rhum

Ingredienti per il ripieno

  • 200 g di noci tritate
  • 100 g di uvetta
  • 50 g di pinoli
  • 50 g di canditi (cedro o arancia)
  • 100 g di zucchero
  • 50 g di biscotti secchi sbriciolati
  • 1 cucchiaino di cannella
  • 2 cucchiai di miele
  • 2 cucchiai di rhum
  • 50 ml di panna fresca

Preparazione

Per preparare l’impasto, sciogliere il lievito nel latte tiepido e unite farina, zucchero, uova, burro fuso, scorza di limone, rhum e un pizzico di sale. Lavorare il tutto fino a ottenere un impasto liscio e morbido; quindi, lasciarlo lievitare coperto per circa due ore. Nel frattempo, preparare il ripieno mescolando le noci tritate, l’uvetta ammollata e strizzata, i pinoli, i canditi, i biscotti sbriciolati, la cannella e lo zucchero. Aggiungere miele, rhum e panna, mescolando fino a ottenere un composto omogeneo.

Quando l’impasto è lievitato, stendere la pasta in una sfoglia sottile, distribuire uniformemente il ripieno e arrotolare con cura. Disporre il rotolo in uno stampo imburrato, avvolgendolo a chiocciola. Lasciarlo lievitare ancora per un’ora, quindi infornare a 180°C per circa 40-50 minuti, finché la superficie non risulta dorata.

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