Dal primo settembre avranno attuazione i tagli ai distacchi e permessi sindacali indetti dal ministro per la Semplificazione e Pubblica Amministrazione Marianna Madia. Entro una settimana le prerogative sindacali verranno dimezzate, grazie ai talgi del 50% su distacchi e permessi. La motivazione risiede nella razionalizzazione e riduzione della spesa pubblica, commenta il sito del ministero. Sempre dalla pagina del sito si lege che l’operazione avverrà nel pieno rispetto «del contratto collettivo nazionale quadro sulle prerogative sindacali, nonché delle altre disposizioni di tutela».
Nella circolare del ministero giunta due giorni dopo la pubblicazione della legge in Gazzetta Ufficiale, stabilisce inoltre che “la decurtazione del 50 per cento non trova applicazione qualora l’associazione sindacale sia titolare di un solo distacco”. Vi è poi un’ulteriore eccezione riguardante il personale sia direttivo e dirigente che non delle Forze di polizia ad ordinamento civile e il Corpo nazionale dei vigili del fuoco dove “in sostituzione della riduzione del 50% si prevede che alle riunioni sindacali indette dall’amministrazione possa partecipare un solo rappresentante per associazione sindacale”.
La circolare non manca di specificare come agire in caso di eccedenze. Qualora infatti “le associazioni sindacali abbiano comunque utilizzato prerogative sindacali in misura superiore a quelle loro spettanti nell’anno si provvederà secondo le ordinarie previsioni contrattuali e negoziali”. Infine, continua il testo del ministero, “ove le medesime organizzazioni non restituiscano il corrispettivo economico delle ore fruite e non spettanti, l’amministrazione compenserà l’eccedenza nell’anno successivo, detraendo dal relativo monte-ore di spettanza delle singole associazioni sindacali il numero di ore risultate eccedenti nell’anno precedente fino al completo recupero”.
Il commento del responsabile dei settori pubblici della Cgil Michele Gentile rimane duro ma accetta le scelte fatte nella legge. “Non ne abbiamo condiviso le motivazioni e continueremo a non condividerle ma siamo tenuti ad applicare la legge”. Contuna poi Gentile dicendo che “è chiaro che è una misura che ci mette in difficoltà perché c’è minore possibilità di esercitare una funzione sindacale, ma sarebbe sbagliato pensare che si riduca la capacità sindacale, che anzi aumenterà”.