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Prysmian affonda in Borsa dopo i conti

Non c’è pace per Prysmian. Dopo i problemi legati al caso WesternLink – il collegamento in cavo tra la Scozia e il Galles – la società che gestisce i sistemi in cavo per energia e telecomunicazioni è alle prese con i conti deludenti del 2018: il titolo non ha fatto prezzo in avvio ed è arrivato a perdere il 7%, mentre a metà mattina è in calo del 5,43% a 16,97 euro e segna la performance peggiore sul listino principale, con il Ftse Mib che sale dello 0,17%.

I dati diffusi ieri a Borsa chiusa, come riportano gli analisti di Morgan Stanley in una nota, sono stati deludenti per l’intero 2018 e il quarto trimestre non è stato degno di nota . “La traiettoria degli utili non è cambiata in modo significativo, con ragionevole fiducia sui progetti Western Link e Viking, sinergie e debito, ma le valutazioni restano depresse’, spiega la nota.

I problemi legati alla costruzione del cavo sottomariano tra Scozia e Galles – realizzato da Siemens e Prysmian – hanno condotto Prysmian ad accantonare nel quarto trimestre 2018 ulteriori 25 milioni, in aggiunta ai 70 milioni già stanziati nei primi nove mesi dell’anno, che hanno impattato negativamente sull’Ebitda rettificato della divisione Projects, e più in generale del gruppo. Sulla questione è intervenuto anche il Ceo di Prysmian Valerio Battista affermando, nel corso della conference call, di essere fiducioso sul fatto che la situazione sia ormai sotto controllo, pur non potendo garantire al 100% l’assenza di ulteriori contrattempi.

I ricavi del gruppo sono risultati in linea con le attese, mentre l’ebitda adjusted è risultato inferiore alle attese. Dal lato positivo, la generazione di free cash flow è stata solida e il debito netto a 2,2 miliardi alla fine del 2018 è risultato migliore delle attese. La società prevede un ebitda adjusted tra i 950 e i 1.020 milioni per il 2019. ‘La pazienza degli investitori è stata messa alla prova nel 2018 – scrivono gli esperti di Morgan Stanley – e avremmo sperato che i numeri del quarto trimestre fossero più forti. Ma quello che conta è la traiettoria degli utili che è perfettamente in linea con le attese’.

Gli analisti di Equita invece hanno un rating hold con target ridotto a 21 euro, pari al -7%: ‘Il 2018 sono più deboli a livello operativo mentre la guidance per il 2019 è risultata sostanzialmente in linea con le attese’. Gli analisti hanno anche ridotto le stime adjusted di utile per azione per il 2019-2020 del 2 o 3%.

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