La notte porta risparmio. Dopo un Consiglio dei ministri durato oltre sette ore, il Governo ha varato il secondo decreto – quello più corposo – sulla spending review. In un’insolita conferenza stampa all’una del mattino, il premier Mario Monti ha annunciato che, con i tagli alla spesa previsti, lo Stato risparmierà 4 miliardi e mezzo in quello che rimane del 2012, 10 miliardi e mezzo l’anno prossimo e altri 11 miliardi nel 2014.
L’Esecutivo ha scelto di “scartare la via più semplice dei tagli lineari – ha detto ancora il Professore – per accingersi su quella più complessa, ma strutturalmente più proficua, dell’analisi della struttura della spesa”. La spending review “riguarda tutti i settori ma vede nel comparto della spesa sanitaria componente centrale come il pubblico impiego e l’articolazione periferica” dello Stato.
Centrato l’obiettivo fondamentale: ad ottobre l’Iva non aumenterà di due punti. Il rincaro slitta a luglio 2013, ma l’Esecutivo punta a far sparire “totalmente” il rincaro – ha detto il vice ministro all’Economia Vittorio Grilli – trovando nelle prossime misure altri 6 miliardi”.
Con i risparmi ottenuti fin qui sarà anche possibile salvare altri 55 mila esodati. Verrà infatti estesa la clausola di salvaguardia in materia pensionistica prevista dal “Salva Italia”: complessivamente, l’importo a favore dei lavoratori “salvaguardati” è di 1,2 miliardi (a partire dal 2014). Sono infine previsti stanziamenti per la ricostruzione delle zone danneggiate dal sisma: oltre ai 500 milioni già stanziati con il decreto d’urgenza, la spending review garantirà altri due miliardi, divisi fra 2013 e 2014.
Ma non è finita. Nell’agenda estiva del governo c’è anche un terzo decreto, che interesserà la revisione strutturale della spesa e i contributi pubblici sulla base delle analisi condotte da Giuliano Amato e Francesco Giavazzi.
Ecco tutte le misure contenute nel decreto:
STATALI
Riduzione organico. E’ questo il punto più controverso dell’intero decreto. Nella Pubblica amministrazione è previsto un taglio degli uffici dirigenziali di almeno il 20% e delle risorse destinate al personale non dirigenziali di almeno il 10%. Gli statali in esubero non ricollocabili entreranno in mobilità per due anni, con l’80% dello stipendio. Sarà concesso di andare in pensione a chi matura i requisiti con le vecchie regole entro il 31 dicembre 2014, derogando alla riforma Fornero.
Forze armate. Le Forze armate ridurranno il totale generale degli organici in misura non inferiore al 10%.
Ferie non godute: vietato monetizzare. Gli statali non potranno più monetizzare ferie, riposi e permessi non goduti. La disposizione è valida anche in caso di cessazione del rapporto di lavoro per mobilità, dimissioni e pensionamento.
Buoni pasto solo fino a 7 euro. Dal primo ottobre i buoni pasto per gli statali non potranno superare il valore di 7 euro.
Parco auto. Dal 2013 la spesa per il parco auto non dovrà superare il 50% della somma sborsata nel 2011 per acquisto, manutenzione, noleggio ed esercizio di autovetture, oltre che per l’acquisto di buoni taxi.
Consulenze. Stop agli incarichi di studio e consulenza per i dipendenti pubblici in pensione.
Pagamento stipendi. L’ultimo intervento di razionalizzazione riguarda i cedolini. In base all’analisi svolta dal commissario Bondi, la disomogeneità nei servizi di pagamento delle retribuzioni dei dipendenti pubblici contribuisce all’aumento della spesa pubblica. Per eliminare l’anomalia il decreto stabilisce che le amministrazioni stipulino convenzioni con il ministero dell’Economia per omogeneizzare il sistema di pagamento degli stipendi, oppure rinegozino i contratti vigenti, con un abbattimento del costo del servizio non inferiore al 15%.
ENTI LOCALI
Province. Dopo tante incertezze, alla fine è arrivato il via libera al dimezzamento delle Province, che saranno accorpate. La riduzione avverrà sulla base di due criteri: la dimensione territoriale e la popolazione. La definizione esatta dei parametri sarà completata entro 10 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto, con apposito provvedimento del Consiglio dei Ministri. Entro la fine dell’anno sarà completato il piano di accorpamenti. I Comuni capoluogo di Regione sono esclusi dagli interventi.
Le Province superstiti avranno le seguenti competenze: ambiente (soprattutto per il settore discariche); trasporti e viabilità (anche per quanto attiene la costruzione, la classificazione e la gestione delle strade). Passano ai Comuni tutte le altre competenze che finora lo Stato aveva attribuito alle province.
Entro il primo gennaio 2014 vengono istituite le Città metropolitane. Dieci in tutto: Roma, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria. Le Province di queste città saranno invece soppresse.
Tagli ai trasferimenti. Si riducono di 700 milioni di euro per il 2012 e di un miliardo dal 2013 i trasferimenti dello Stato alle Regioni a statuto ordinario, escludendo dalla riduzione le risorse destinate al Servizio Sanitario Nazionale. La ripartizione tra le Regioni di tale riduzione sarà determinata dalla Conferenza Stato-Regioni. Per i Comuni, invece, la riduzione è pari a 500 milioni di euro per il 2012 e di due miliardi dal 2013. Per le Province, infine, il taglio è di 500 milioni di euro per quest’anno e di un miliardo dal prossimo.
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE: GLI ALTRI TAGLI
Società pubbliche. I Cda delle società pubbliche dovranno essere composti da non più di tre membri. Sarà vietato alle pubbliche amministrazioni di detenere partecipazioni in società controllate, direttamente o indirettamente, che abbiano conseguito per l’anno 2011 un fatturato da prestazione di servizi a favore di pubbliche amministrazioni superiore al 90%. Le società a partecipazione totalitaria verranno sciolte entro il 31 dicembre 2013.
Rafforzamento Consip. Dall’analisi di Bondi è emerso un divario significativo tra il costo acquisti fatti attraverso il Consip – la società per azioni del ministero dell’Economia che gestisce il Programma per la razionalizzazione degli acquisti nella P.A. – e quelli che le amministrazioni hanno concluso in autonomia. Per questo il Consip dovrà diventare la “centrale acquisti” dello Stato. Saranno quindi nulli i contratti che non siano stati stipulati attraverso gli strumenti di acquisto messi a disposizione da Consip.
Acquisti Pa. Le amministrazioni potranno rescindere i contratti già stipulati se le imprese non adegueranno il contenuto delle prestazioni ancora da effettuare alle migliori condizioni previste in convenzioni Consip successive alla stipula dei contratti stessi. Per evitare distorsioni della concorrenza e del mercato e di assicurare la parità degli operatori nel territorio nazionale, dal 2014 le pubbliche amministrazioni devono acquisire sul mercato beni e servizi mediante le procedure concorrenziali previste dal codice appalti. L’affidamento diretto può avvenire solo a favore di società a capitale interamente pubblico nel rispetto della normativa comunitaria per la gestione in house, a condizione che il valore economico del servizio o dei beni oggetto di affidamento sia pari o inferiore a 200mila euro annui.
Affitti e dismissioni immobili. Per il triennio 2012 – 2014 non si applica l’aggiornamento all’indice Istat agli affitti pagati dallo Stato. Allo stesso tempo si avvia la rinegoziazione delle locazioni passive di immobili ad uso uffici per ridurre i canoni del 15%. Infine, si accelera la vendita degli alloggi di servizio di proprietà del ministero della Difesa.
Ministeri e accorpamenti: nasce l’Ivarp. Per i Ministeri e gli enti sono stati eliminati eccessi di spesa per 1,5 miliardi nel 2012 e 3 miliardi a partire dal 2013. Soppresse varie società ed enti, fra cui Isvap e Covip, che saranno accorpate nell’Ivarp, che nasce come unico istituto per la vigilanza sulle assicurazioni e sul risparmio previdenziale e funzionerà in stretta sinergia con le strutture della Banca d’Italia.
SCUOLA, UNIVERSITA’ E RICERCA
Fondi. Vengono stanziati 10 milioni per le università non statali (-50% rispetto agli anni precedenti), saltano invece i fondi per le scuole private. Arrivano 90 milioni in più per il diritto allo studio. Infine, si destinano 103 milioni per la gratuità dei libri di testo nella scuola secondaria di primo grado (per le primarie i libri di testo sono assicurati gratuitamente dai Comuni). In questo caso lo stanziamento rimane invariato rispetto a quello degli scorsi anni.
Più visite fiscali. Trasferita alle regioni una somma forfettaria di 23 milioni che consentiranno alle scuole di poter usufruire delle visite fiscali senza oneri finanziari e amministrativi.
Servizi di tesoreria per le scuole e fondo per il loro finanziamento. Viene istituito un servizio di tesoreria unica per le scuole nel quale confluiranno tutte le risorse finanziarie attualmente depositate presso istituti bancari privati. In questo modo Banca d’Italia disporrà di una maggiore disponibilità di cassa di circa un miliardo di euro, con conseguente economia data dal miglioramento dei saldi di cassa e una minore spesa d’interessi sul debito pubblico per circa 8 milioni nel 2012 e 29 milioni a regime. Le scuole a questo punto potranno gestire la propria liquidità come fanno già ora gli enti di ricerca.
Contabilità speciali scolastiche. Attraverso un’opera di razionalizzazione nella gestione delle risorse finanziarie del ministero, 30 milioni verranno messi a disposizione delle scuole per le proprie spese di funzionamento mentre una ulteriore somma di pari importo andrà a contribuire ai miglioramenti dei saldi di cassa.
Utilizzo del personale docente in esubero. In linea di continuità con il processo che mira al pieno impiego di tutto il personale scolastico, viene previsto l’utilizzo in particolare dei docenti senza cattedra per attività di docenza in materie affini. Fermo restando l’accertamento delle competenze necessarie a garantire il risultato didattico atteso. In particolare verificando il possesso degli idonei titoli di studio.
SANITÀ
Soppressione degli ospedali più piccoli. Alla fine la misura è saltata.
Condizioni di acquisto e fornitura di beni e servizi. Anticipato il taglio del 5% sull’acquisto di beni e servizi che sarebbe entrato in vigore dal 2013, con la rinegoziazione dei contratti in essere.
Spesa per i farmaci. Per il 2012 è previsto un aumento dello sconto obbligatorio che le farmacie e le aziende farmaceutiche praticano nei confronti del Servizio Sanitario Nazionale. Lo sconto passa, per le farmacie, da 1,82% a 3,85% ed è variabile per il 2012, 2013, e 2014. Per le aziende farmaceutiche lo sconto passa da 1,83% a 6,5%, per il solo anno 2012, a partire dall’entrata in vigore del decreto. Per gli anni successivi sono previsti nuovi tetti di spesa: per la farmaceutica territoriale all’11,5% (rispetto al precedente 13,3%) e per la farmaceutica ospedaliera al 3,2% (prima era al 2,4%).
Spesa per i dispositivi medici. Solo per il secondo semestre 2012 viene previsto un abbattimento del 5% degli importi e dei volumi di fornitura. Per il 2013 arriva un tetto di spesa pari al 4,8%.
Acquisto di prestazioni sanitarie da soggetti privati accreditati. La misura prevista consiste in una riduzione del budget assegnato alle singole strutture pari all’1% per il 2012 e al 2% per il 2013 rispetto al budget 2011.