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Proroga scontrino elettronico: no sanzioni per 6 mesi

Imagoeconomica

Una proroga per lo scontrino elettronico? In tempi di polemiche sul decreto Milleproroghe – che ha rischiato di accogliere perfino un emendamento relativo alla prescrizione – tutto può succedere. In attesa che il decreto venga approvato entro fine mese, c’è uno slittamento che non rientra nel classico provvedimento omnibus, ma interessa comunque migliaia di italiani. Quelli che dal 2020 sono obbligati, appunto, a emettere lo scontrino elettronico.

PROROGA SCONTRINO ELETTRONICO: MORATORIA DI 6 MESI

In realtà, non si dovrebbe parlare di proroga, ma di moratoria o di sospensione, perché – a ben vedere – nessun aspetto del vecchio sistema viene effettivamente prorogato.

Il tema riguarda le sanzioni. Dal primo gennaio al 30 giugno 2020, i soggetti che da quest’anno devono registrare e trasmettere all’Agenzia delle Entrate i dati relativi a ogni vendita (come già avviene con la fattura elettronica) non saranno puniti se adempiranno all’obbligo entro il mese successivo a quello dell’operazione.

DA LUGLIO 2020 TEMPI PIÙ STRETTI PER LE SANZIONI

Dopo questo avvio soft di sei mesi, dal primo luglio 2020 le sanzioni scatteranno in caso di mancato invio entro il dodicesimo giorno dopo la data dell’operazione.

IL PRECEDENTE DEI GRANDI ESERCIZI

La stessa moratoria semestrale era stata concessa l’anno scorso agli esercizi commerciali più grandi. Per i soggetti con giro d’affari superiore a 400mila euro annui, infatti, l’obbligo di emettere lo scontrino elettronico è scattato a luglio del 2019 e quindi il regime di maggiore indulgenza sulle sanzioni si è concluso lo scorso 31 dicembre.

Dal primo gennaio 2020, lo scontrino elettronico è obbligatorio anche per gli esercizi di piccole e medie dimensioni, che quindi possono beneficiare di un sistema sanzionatorio meno severo fino al 30 giugno.

SCONTRINO ELETTRONICO 2020: QUALI SANZIONI PER CHI SGARRA?

Vediamo ora cosa si rischia. Per i dati non memorizzati o non trasmessi, oppure trasmessi in forma incompleta o falsata, la sanzione è pari al 100% dell’Iva sull’importo non documentato.

Se invece il registratore telematico si rompe, l’esercente deve segnalare il guasto all’Agenzia delle Entrate, chiedere subito la riparazione e – nel frattempo – annotare i corrispettivi su un registro d’emergenza. Chi non rispetta queste regole rischia una sanzione amministrativa da 250 a 2mila euro.

Infine, è prevista una stangata per i recidivi. Per chi nel giro di cinque anni commette quattro violazioni (in giorni diversi) scatta anche una sanzione accessoria immediatamente esecutiva, cioè la sospensione della licenza o dell’autorizzazione all’esercizio dell’attività per un periodo che va da tre giorni a un mese. Se l’importo totale dei corrispettivi contestati supera i 50mila euro, la sospensione può essere estesa fino a sei mesi.

Leggi la Guida dell’Agenzia delle Entrate.

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