Non si può proprio dire che la serata-intervista di Michele Santoro a Silvio Berlusconi sia stata scintillante ma su un punto non ha tradito le attese: l’assoluto vuoto politico che ne è emerso. Un po’ perchè le domande più intriganti non sono state fatte e un po’ perchè l’unica cosa che l’ex premier ha saputo dire è stata la conferma impenitente delle folli analisi del suo Governo, che fino a tutto il 2010 e anche oltre sosteneva che l’Italia stava meglio di altre economie e che per noi non c’era nemmeno l’ombra della crisi. Quando un leader politico prende un abbaglio del genere può fare solo due cose: chiedere scusa e ritirarsi dalla scena. Ma non è il caso del Cavaliere.
La pochezza della serata di Santoro – che ovviamente non si preoccupa della sostanza politica e si gode il record dei 9 milioni di spettatori messo a segno da La 7 – è solo l’ultimo segno del deludente avvio della campagna elattorale. Mario Monti aveva provato ad animare la scena con la sua Agenda, Bersani ha avanzato le sue proposte, i piani degli altri non sono pervenuti ma il dibattito non decolla e non scalda nè i cuori nè le menti.
Eppure basterebbe poco per rendere utile la campagna elettorale: incalzare tutte le forze politiche ad uscire dal vago e a dire in che modo vogliono rispondere al problema che più sta a cuore agli italiani e cioè come fare crescita economica. Non domani ma subito. Basterebbe che le forze politiche provassero a indicare, sulla base dei numeri, come e quali tasse vogliono tagliare e, corrispondentemente, quali spese improduttive lo Stato dovrebbe tagliare finalizzando le risorse allo sviluppo. Ma finora vuoto assoluto.