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Prometeia: Finmeccanica genera lo 0,6% del Pil e fa entrare nelle casse dello Stato 4 mld l’anno

Tre miliardi e mezzo di valore aggiunto (più dell’intero settore delle calzature), oltre 42mila occupati e oltre 1,4 miliardi di euro di gettito fiscale, considerando solo l’impatto diretto. Sono questi alcuni dei numeri di Finmeccanica, uno dei più grandi gruppi italiani per dimensioni e per importanza strategica, analizzati in uno studio di Prometeia realizzato nel 2012 su tutte le attività Finmeccanica che generano valore sul territorio italiano, considerando al 100% le società italiane di cui il gruppo detiene la maggioranza, tutte le joint venture pro quota ed escludendo le aziende estere.

Dallo studio presentato ieri a Roma da Alessandra Lanza alla presenza dell’amministratore delegato Alessandro Pansa emergono poi altre cifre monstre, come gli oltre 11 miliardi di valore della produzione, di cui due terzi vengono esportati, contribuendo per il 2% al totale dei beni esportati dall’Italia (pari quasi all’intero export di mobili) e per il 5% al saldo commerciale della manifattura.

C’è poi tutto il resto, analizzato capillarmente da Prometeia: dall’occupazione al gettito fiscale, dall’impatto sul territorio al cosiddetto valore aggiunto. Quello di Finmeccanica per esempio è molto alto, e rappresenta lo 0,6% di tutto il Pil nazionale: 83.500 euro per occupato, ben il 47% in più della media dell’economia italiana. Ma cosa significa concretamente? Che ogni euro di valore creato da Finmeccanica, società quotata a Piazza Affari con il valore di 5,36 euro per azione, genera 1,6 euro addizionale di valore aggiunto nell’economia del Paese.

Senza contare l’importanza strategica, come sottolineato dall’ad Pansa in conferenza stampa: ”Produrre beni collettivi rappresenta in sé un valore aggiunto per il Paese. Ma il modello dei consumi occidentale deve cambiare e dirigersi verso la produzione di beni collettivi come ambiente, conoscenza e sicurezza. Di questi beni Finmeccanica ne produce due, conoscenza e sicurezza, che significa non solamente difesa dei confini della Patria ma piuttosto certezza della trasmissione delle informazioni, si pensi alla Cyber Security”.

Tradotto in cifre, al di là dell’importanza strategica il valore aggiunto prodotto da Finmeccanica è di 3,5 miliardi diretto, di altri 3,5 miliardi circa indiretto (filiera), e di oltre due miliardi indotto (fornitori). Fornitori che sono diffusi su tutto il territorio nazionale (94 province su 110) e sono mediamente più grandi e più profittevoli dei rispettivi settori di appartenenza: producono in media il 50% di fatturato in più e generano il 20% in più di ritorno sugli investimenti (ROI).

La diffusione su tutto il territorio nazionale è un valore aggiunto del valore aggiunto: Finmeccanica ne genera 3,8 miliardi al Nord-Ovest, 0,9 miliardi al Nord-Est ma soprattutto 2,4 miliardi al Centro e 2,1 al Sud, dove il valore aggiunto per occupato si conferma del 50% superiore alla media dell’area. La stessa occupazione è ben distribuita e offre numeri obiettivamente confortanti: le 42.290 unità di occupati diretti del Gruppo (di cui oltre il 25% lavora nella Ricerca e Sviluppo e nell’Ingegneria e Progettazione) sostengono, tra filiera e indotto, 90 mila occupati in tutta Italia, per un totale di oltre 132mila.

Infine, immancabile, l’importanza del gettito fiscale: secondo lo studio di Prometeia ogni euro di tasse pagato da Finmeccanica genera 1,8 euro di gettito fiscale addizionale nell’economia. Considerando le imposte indirette le imposte dirette, i contributi sociali, l’iva sui consumi pagata dai dipendenti e dagli occupati lungo la filiera Finmeccanica contribuisce a far entrare nelle casse dello Stato ben 4 miliardi di euro.

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