Prometeia stima per quest’anno una crescita del Pil italiano dell’1,4% e dell’1,3% per il 2019. Per quanto riguarda il 2018, la previsione è in linea con quella di Bankitalia e leggermente inferiore a quelle del Governo, dell’Fmi e di Bruxelles, che vedono una crescita dell’1,5%, come quella del 2017. Nel 2019 però secondo Governo e Ue il Pil dovrebbe crescere dell’1,2%.
E’ quanto si legge nel Rapporto di Previsione Prometeia di marzo, presentato oggi a Bologna. In Italia – spiega la nota – l’attività rimane robusta, pur in calo marginale rispetto al +1,5% del 2017, anche per l’attenuarsi delle condizioni esterne particolarmente favorevoli, tra cui l’andamento sostenuto del commercio internazionale e la politica monetaria europea molto espansiva. A livello internazionale infatti non vi sarà una escalation protezionistica, secondo Prometeia, ma ci sarà comunque una frenata degli scambi mondiali (da +4,6% nel 2018% a +3,7% nel 2020).
Per quanto riguarda nello specifico l’Italia, rallenta il passo del consolidamento fiscale per fare fronte, almeno parzialmente, agli annunci pre-elettorali. Il sentiero – evidenzia Prometeia – permetterebbe comunque un moderato calo del debito pubblico rispetto al Pil (130,3% nel 2018), il che significa liberare spazio nel deficit per cinque miliardi di euro, utilizzabili per dare maggiore consistenza a uno strumento come il Reddito di Inclusione o sforbiciare qualche tassa, senza però poter dare consistenza a tutte le promesse della campagna elettorale, che dal Reddito di cittadinanza al taglio della legge Fornero costerebbero ben più di quella cifra.