Continua la crescita del fatturato dell’industria italiana. A dirlo è un rapporto di analisi dei settori industriali di Prometeia, secondo cui nel 2016 il fatturato dell’industria italiana crescerà del 2,1% a prezzi costanti. Rispetto alla crescita del 2015, che era dipesa per oltre il 70% dal recupero del settore automotive, l’incremento del 2016 avverrà con ritmi più equilibrati tra i diversi comparti.
Nonostante le buone prospettive, però, e il recupero di efficienza da parte delle nostre imprese, rimane ancora molto da fare nell’ottica dell’Industria 4.0, che rimane la vera chiave della competizione in questo e, soprattutto, nel prossimo decennio. Un settore, quello del 4.0, in cui bisognerebbe seguire il modello tedesco: in Germania, infatti, il Governo ha dato un indirizzo strategico alla crescita varando un progetto unitario per il Paese.
A sostenere la crescita sarà soprattutto la domanda interna, in particolar modo i consumi e le prospettive degli investimenti positive, grazie a migliorate condizioni di accesso al credito.
La crescita è destinata a continuare anche nel medio periodo: nell’intervallo 2017-’20, il fatturato manifatturiero si stabilizzerà su tassi di sviluppo medi intorno all’1,8%.
L’analisi dei bilanci del settore manifatturiero induce all’ottimismo: i bilanci del 2015, rispetto a quelli del 2014, evidenziano un’evoluzione diffusamente positiva in termini di crescita, redditività e capacità di autofinanziamento. Anche all’interno delle dinamiche europee, il tessuto produttivo italiano appare meno vulnerabile e più competitivo.
Il saldo commerciale, dopo un ripiegamento che dovrebbe proseguire anche nell’anno in corso, potrà tornare ad aumentare e raggiungere quota 95 miliardi nel 2020, in un contesto di crescente integrazione.
Gli sforzi di internazionalizzazione delle imprese italiane sono in evidente crescita e la proiezione estera delle imprese italiane supera (sia in termini di fatturato che di addetti) la presenza di multinazionali estere in Italia, rimasta più stabile negli ultimi anni. L’analisi dei dati a livello di singola impresa conferma l’importanza del legame tra internazionalizzazione e competitività. Far parte di una catena internazionale rappresenta, per molte imprese, un fattore chiave verso l’acquisizione di fattori strategici essenziali per crescere ed affrontare la concorrenza.
Le prospettive dei settori
Per quanto riguarda i singoli settori, la crescita continuerà ad essere più intensa in quei settori a più alta presenza di imprese multinazionali, a capitale nazionale o estero (automotive, farmaceutica, largo consumo, elettrotecnica). Il settore dell’Automobile e motocicli si confermerà tra i più dinamici, nonostante un fisiologico rallentamento dopo il balzo del biennio 2015-’16, grazie alle previsioni positive sulla domanda interna ed estera e la ritrovata centralità delle basi produttive nazionali.
Il Sistema moda e Mobili sarà sospinto ancora dal canale estero e la moda fornirà il contributo più ampio al miglioramento del saldo complessivo dell’industria. Anche le imprese del Mobile, terminata la fase peggiore di crisi del mercato interno ed europeo, godranno degli effetti positivi del buon posizionamento acquisito dalle imprese più strutturate e competitive rimaste sul mercato.
L’Alimentare e bevande, settore leader per fatturato dal 2009, continuerà a contribuire allo sviluppo del manifatturiero italiano. Il secondo settore, la meccanica, beneficerà della ripartenza degli investimenti sul fronte interno ma crescerà a un ritmo inferiore alla media manifatturiera, in particolare nel quadriennio 2017-’20. Sul fronte della meccanica potrebbero aprirsi strade più innovative legate al mondo del digital manufacturing.