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Programmi Lega e Fratelli d’Italia: le misure principali costerebbero fra 111 e 165 miliardi di euro

Scopio

Le principali misure contenute nei programmi elettorali di Fratelli d’Italia e Lega farebbero aumentare le uscite dello Stato d’una cifra compresa fra i 111 e i 165 miliardi di euro. Ma il conto non è esaustivo, perché tanto i programmi dei due principali partiti quanto quello della coalizione di centrodestra (che comprende anche Forza Italia e Noi Moderati) contengono “disposizioni vaghe e non indicano le coperture finanziarie per le proposte di maggior peso”. È quanto si legge in un nuovo studio dell’Osservatorio sui conti pubblici italiani, struttura guidata da Carlo Cottarelli, economista candidato nelle liste del Pd alle prossime elezioni.

Flat tax

Sul versante flat tax, l’Osservatorio fa notare che Fratelli d’Italia e Lega concordano sulla prima parte dell’operazione, ovvero l’innalzamento da 65mila a 100mila euro del tetto di fatturato che permette di accedere al regime forfettario delle partite Iva. In base ai numeri del Tesoro, continua l’Osservatorio, il costo della misura si può stimare in un miliardo di euro.  

I due programmi sembrano però divergere sulla seconda fase. Quello di Fratelli d’Italia contiene una definizione vaga: “Introduzione della flat tax sull’incremento di reddito rispetto alle annualità precedenti, con la prospettiva di un ulteriore ampliamento per famiglie e imprese”.

La Lega invece, in modo più esplicito, propone l’introduzione dell’imposta sostitutiva sugli incrementi di Irpef e Ires e l’estensione della flat tax a tutte le persone fisiche e giuridiche senza limiti di reddito. “A regime – spiega l’Osservatorio – il costo dell’estensione universale della flat tax sarebbe di circa 58 miliardi di euro, senza considerare un eventuale recupero di gettito dovuto all’emergere dell’economia sommersa. Pur ipotizzando un recupero pari al massimo del gettito Irpef ora evaso o eluso (38 miliardi), l’onere permanente per lo stato causato dalla misura sarebbe comunque di 20 miliardi”.

Pensioni: Quota 41

L’altra bandiera nel programma della Lega è il “superamento della legge Fornero” con l’introduzione di quota 41, che permetterebbe di andare in pensione con 41 anni di contributi a prescindere dall’età anagrafica. “Il costo annuo per la prossima legislatura varia dai 5,9 miliardi previsti per il 2023 agli 8,2 miliardi per il 2027 – sostiene l’Osservatorio – ma il rapporto Inps evidenzia un ulteriore aumento per gli anni successivi: nel 2029, Quota 41 impatterebbe sulla fiscalità pubblica per 9,5 miliardi di euro. Il costo totale stimato per il periodo 2023-2031 supererebbe i 70 miliardi di euro, secondo i dati Inps”.

Taglio del cuneo fiscale

Per quanto riguarda il cuneo fiscale, la Lega propone una riduzione di 10 punti in 10 anni, ma non chiarisce “se questa sia una proposta aggiuntiva rispetto alla flat tax  scrive ancora l’Osservatorio – oppure se gli effetti di quest’ultima vadano incorporati in questo numero” e “non vengono nemmeno specificati quali siano i lavoratori interessati o le componenti del cuneo fiscale soggetti alla riduzione (IRPEF, contributi INPS versati dal lavoratore o contributi versati dal datore di lavoro)”.

Se si considerano tutte le tipologie di lavoratori e il totale del gettito derivante dal cuneo fiscale, una volta a regime (cioè a partire dal decimo anno) questa misura provocherebbe nelle casse dello Stato un ammanco annuo pari a circa 43,5 miliardi. Se invece la riduzione del cuneo fiscale riguardasse solo i lavoratori dipendenti (pubblici e privati) il costo annuale “al completamento della misura sarebbe di circa 37,4 miliardi”.

Riduzione dell’Imu

Il programma della Lega parla in modo generico di una “revisione della tassa sulla proprietà degli immobili al fine di abbassarne progressivamente il carico”. Abolire solo la quota destinata allo Stato costerebbe quindi 3,7 miliardi di euro, mentre una rimodulazione delle aliquote per ridurre il gettito Imu del 30% peserebbe per oltre 6 miliardi l’anno sui conti pubblici.

Energia

Per contrastare l’aumento dei prezzi dell’energia, la Lega propone di reiterare e di estendere la maggior parte dei provvedimenti presi nel 2022. Secondo l’Osservatorio, assumendo che si voglia coprire l’intero anno 2023 con gli stessi importi stanziati nel 2022 e che l’inflazione dei beni energetici sia del 45% tendenziale anche il prossimo anno, “il costo minimo della misura si aggira intorno ai 37,2 miliardi di euro”, mentre “il costo massimo è di circa 41,6 miliardi”.

Assegno Unico

Fratelli d’Italia vuole aumentare da 175 a 260 euro l’importo massimo dell’Assegno Unico e Universale. Inoltre, per il primo anno di vita dei bambini, viene proposto di incrementare l’assegno a 300 euro mensili. L’Osservatorio calcola che queste misure, se non compensate in altro modo, comporterebbero un costo aggiuntivo per lo Stato pari a circa 7,2 miliardi. “Se invece si rimodulasse anche l’importo minimo (mantenendo un décalage fra classi di ISEE di 25 euro, come negli scaglioni attuali) il costo della misura sarebbe di 8,4 miliardi”.

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Categories: Politica