La crisi non fa sconti a nessuno. Tanto meno ai professionisti. I nuovi appartenenti alle categorie professionali non sono più riconducibili alle caste di privilegiati e benestanti del loro padri. La musica è cambiata. Il mondo professionale sta assistendo a una sempre più rigida separazione in due gruppi: da un lato i più anziani, che hanno vissuto in una situazione economica prospera e conveniente, dall’altro i giovani, i nuovi professionisti.
I dati dell’Adepp (Associazione degli enti previdenziali privati) dipingono questa separazione in modo ancora più marcato: il reddito medio dei professionisti under 40 risulta, in media, inferiore del 48,4% rispetto al reddito degli over 40. Tra le donne, il gap generazionale sale fino al 55,8%.
I professionisti che stanno vivendo un periodo peggiore degli altri sono gli architetti e gli avvocati. Per quanto riguarda questi ultimi, la legge ha posto come obbligatoria l’iscrizione alla cassa di categoria e la previsione è che almeno 10.000 avvocati usciranno dall’albo perché non se la potranno permettere. I professionisti che, secondo le statistiche, stanno resistendo alla crisi sono i geometri, i biologi e gli psicologi.