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PROFESSIONISTI – Il Senato su commercialisti e revisori legali, avanti con l’equipollenza

Strada in discesa per l’emendamento sulla definitiva equipollenza dei requisiti per l’accesso all’Ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili e di quelli per l’iscrizione nel Registro dei revisori legali. Presentato dal relatore sul disegno di legge di conversione del decreto legge 150/13, Giuseppe Esposito (Ncd), l’emendamento è stato dichiarato ammissibile dalla presidenza della commissione Affari costituzionali del Senato e dovrebbe essere votato nelle prossime ore in commissione per poi passare all’esame dell’assemblea di Palazzo Madama.

Il testo presentato elimina definitivamente per i dottori commercialisti la necessità di un esame supplementare per ottenere l’iscrizione nel Registro dei revisori legali, con la sola condizione del completamento del più lungo tirocinio richiesto dalla disciplina dei revisori. In pratica, superato l’esame di Stato per l’Ordine dei commercialisti, il professionista dovrà solo attendere il completamento dei 36 mesi di pratica da revisore, più lunga dei soli 18 mesi necessari per sostenere l’esame di commercialista. 

Se l’emendamento sarà approvato dal Parlamento (il dl 150 nel quale è destinato a entrare dev’essere convertito in legge entro il 28 febbraio), sarà integrato con la norma sull’equipollenza definitiva il decreto legislativo 39 del 2010, sulla disciplina dei revisori legali, in attuazione del quale il Governo ha predisposto uno schema di regolamento sull’accesso alla professione, non ancora varato, che contiene la previsione di un’ulteriore prova d’esame per i commercialisti che vogliano accedere al Registro dei revisori. Dopo l’approvazione della definitiva equipollenza, quindi, il Governo dovrebbe rivedere lo schema di regolamento, per introdurvi la previsione dell’accesso automatico dei dottori commercialisti al Registro dei revisori, a condizione dello svolgimento dei tre anni di tirocinio necessari per questa professione.

Il consenso parlamentare sull’emendamento è ampio e, peraltro, già verificato nel dicembre scorso, allorché un emendamento analogo fu approvato dalle Camere e inserito nel decreto legge cosiddetto “Salva Roma”, abbandonato poi dal Governo dopo i rilievi del Presidente della Repubblica dovuti ai contenuti troppo eterogenei del provvedimento. In quell’occasione, il Governo si era allineato alla volontà del Parlamento in merito all’equipollenza, accettando, dunque, di rivedere la disciplina dell’accesso al Registro dei revisori, già predisposta nello schema di regolamento attuativo.

Il richiamo del Capo dello Stato sull’eccessiva eterogeneità del vecchio dl Salva Roma aveva indotto inizialmente la presidenza della commissione Affari costituzionali del Senato a dichiarare inammissibile l’emendamento sull’equipollenza nel nuovo dl 150 “Milleproroghe”, ma a un esame più approfondito, sollecitato dal relatore Esposito, l’emendamento è stato riammesso, in considerazione della circostanza che già è presente nel dl Milleproroghe una disposizione sull’iscrizione nel Registro dei revisori legali, quella che, attualmente, consente l’equipollenza temporanea commercialisti-revisori, fino all’entrata in vigore del previsto regolamento governativo sulla revisione degli accessi.

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