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PROFESSIONI – Commercialista e revisore legale: rispunta l’emendamento sull’equipollenza

Torna in campo la questione dell’equipollenza dei requisiti per l’accesso alla professione di dottore commercialista con quelli per l’iscrizione nel registro dei revisori legali. Caduta con la rinuncia del Governo a convertire in legge il decreto cosiddetto “Salva Roma”, la norma sull’equipollenza sarà ripresentata in Senato, come emendamento in sede di conversione del decreto legge cosiddetto “Milleproroghe”.

L’emendamento, sul quale si profila un’ampia convergenza di consensi dei gruppi politici, mira a eliminare la necessità, per gli iscritti all’Ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili, di sostenere un apposito esame per l’iscrizione al registro dei revisori legali e, quindi, per svolgere l’attività di revisione legale, per esempio nei collegi sindacali delle società di capitali. In sostanza, quindi, l’emendamento manterrebbe la possibilità per i dottori commercialisti di ottenere automaticamente l’iscrizione al registro dei revisori con il solo superamento del loro esame di idoneità professionale, vanificando la riforma introdotta con il decreto legislativo 39 del 2010, cioè di un provvedimento attuativo della legge comunitaria 2008.

Pur prevista da un decreto legislativo del 2010, peraltro, la riforma ancora non è entrata in vigore in attesa di uno specifico regolamento attuativo, ora predisposto dal Governo e pronto per essere adottato, che introdurrebbe l’obbligo di uno specifico esame per accedere al registro dei revisori anche per chi già è iscritto all’Ordine dei dottori commercialisti.

La categoria dei dottori commercialisti ha sollevato con vigore il tema del doppio esame, che aggiungerebbe – a suo dire – un inutile appesantimento burocratico e una barriera superflua all’accesso alla revisione dei conti, in quanto la preparazione professionale del dottore commercialista già è adeguata, come sempre lo è stata, per lo svolgimento dell’attività di revisione legale. Secondo i rappresentanti dei commercialisti (attualmente alla guida del Consiglio nazionale c’è il commissario straordinario Giancarlo Laurini), la riforma approvata nel 2010 non richiederebbe l’introduzione del doppio esame, in quanto non previsto dalla direttiva comunitaria (2006/43) sulla quale si fonda.

Già in sede di conversione del decreto legge Salva Roma (dl 126/13), a dicembre il Parlamento aveva inserito una norma sul ripristino dell’equipollenza, ma poi il Governo decise di abbandonare quel provvedimento omnibus (che incappò nei rilievi del presidente Napolitano). E in sede di presentazione del nuovo decreto legge Milleproroghe (dl 150/13) l’Esecutivo non ha reinserito la norma sull’equipollenza completa, bensì soltanto un norma temporanea, che rinvia il nuovo esame al momento dell’entrata in vigore del regolamento attuativo della riforma.

Il decreto legge Milleproroghe (dl 150/13) è all’esame, in prima lettura parlamentare, della commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama, che dopo avergli riconosciuto i presupposti di costituzionalità in sede consultiva, ne ha avviato anche l’esame di merito in sede referente. Il termine per la presentazione degli emendamenti è stato fissato a martedì 14 gennaio alle ore 13.

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