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Prodi candidato Pd, ma Grillo dice di no. Furia Pdl

La notizia del giorno, nella difficile corsa al Quirinale, è la candidatura di Romano Prodi da parte del Pd, che, a partire dal quarto scrutinio, voterà per il Professore. Una candidatura che, almeno sulla carta, ricompatta il Partito democratico (renziani e giovani turchi inclusi) e ricuce lo strappo con Vendola, ma che ha scatenato la reazione furibonda del Pdl.

Un cambio di nome che è anche un cambio di metodo, e una chiusura all’ipotesi di larghe intese. La scelta condivisa di Franco Marini si è conclusa con una debacle, che ha portato alla scelta del candidato più indigesto per Silvio Berlusconi. Chiara, e assai polemica, la posizione assunta dal centrodestra. Fabrizio Cicchitto punta il dito: “Il Pd prima ha realizzato con noi una intesa su Marini che non ha potuto o voluto onorare. E’evidente che la scelta su Prodi è di rottura”, così come Maurizio Gasparri, che esprime il suo categorico rifiuto: “Quella di Prodi è una scelta che divide. Il contrario di quello che serve all’Italia”.

“Prodi presidente della Repubblica? – si chiede ironicamente il vicepresidente della Camera Maurizio Lupi -. I comunisti non cambiano mai. Prima gli interessi di un partito sfasciato ed allo sbando e poi quello degli italiani. Grazie all’inciucio con i grillini avremo Prodi presidente della Repubblica. Il nuovo che avanza!!! Povera Italia”.

Un inciucio coi grillini paventato, ma, almeno per il momento improbabile. Beppe Grillo, in un comizio in Friuli per le regionali, giura che “Nessuno nel M5S si è mai sognato di votare Prodi al Quirinale e non se lo sognerà neanche in futuro”. Il candidato del Movimento 5 Stelle è e continua ad essere Stefano Rodotà, che ha smentito le ipotesi di ritiro dalla corsa, di fronte al nome di Prodi, che erano circolate in mattinata, rimettendo, però, la sua candidatura in mano al Movimento: “Sono liberi di scegliere un nuovo candidato”. Un no, quello di Grillo, che potrebbe aprire la porta ad altre strade di larghe intese, come quella che porta a D’Alema. 

Intanto i montiani hanno annunciato il sostegno al ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri, una candidatura che potrebbe, per bocca di Gasparri, “anche andare bene” al Pdl, aprendo di fatto a una corsa a tre per il quarto scrutinio.

Una scelta di grande prestigio e respiro internazionale, quella di Prodi, ma che segna comunque una frattura pesante in vista dell’imminente formazione del nuovo esecutivo e potrebbe rivelarsi il preludio di una nuova campagna elettorale che, per il Pd e il suo segretario Bersani, che potrebbe farsi da parte dopo l’elezione del presidente della Repubblica, rischia di essere un bagno di sangue.

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Categories: Politica