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Processo Ruby, Berlusconi assolto in Appello da tutte le accuse

Ribaltata la condanna a sette anni emessa in primo grado – L’ex Cavaliere era imputato per concussione e prostituzione minorile, ma i magistrati del processo di secondo grado hanno stabilito che relativamente alla prima accusa “il fatto non sussiste”, mentre nel secondo caso il comportamento di Berlusconi “non costituisce reato”.

Processo Ruby, Berlusconi assolto in Appello da tutte le accuse

Sentenza clamorosa a Milano. I giudici della seconda Corte d’Appello hanno assolto Silvio Berlusconi da tutte le accuse nell’ambito del processo Ruby, ribaltando la condanna a sette anni emessa in primo grado. L’ex Cavaliere era imputato per concussione e prostituzione minorile, ma i magistrati del processo di secondo grado hanno stabilito che relativamente alla prima accusa “il fatto non sussiste”, mentre nel secondo caso il comportamento di Berlusconi “non costituisce reato”. Cancellata anche l’interdizione perpetua dai pubblici uffici inflitta all’ex premier il 24 giugno 2013 dal collegio di primo grado. Le motivazioni della nuova decisione saranno rese note entro 90 giorni. 

“Una sentenza oltre le più rosee previsioni – ha commentato Franco Coppi, avvocato difensore dell’ex premier –. Questo processo non poteva che concludersi con un’assoluzione piena. Se dovessi fare una lezione all’università porterei questo processo come esempio di una condotta che non costituisce reato”. 

Il sostituto pg di Milano, Piero De Petris, aveva chiesto di confermare i sette anni di carcere inflitti in primo grado. Il caso era partito dalla ricostruzione della notte in Questura tra il 27 e il 28 maggio del 2010, quando la 17enne Ruby, sospettata di furto, venne rilasciata dopo una telefonata dell’ex premier e affidata a Nicole Minetti, all’epoca consigliere regionale della Lombardia in quota Pdl. Secondo il pg, Berlusconi avrebbe fatto pressioni sul capo di Gabinetto della Questura, Pietro Ostuni, e “a cascata” sul funzionario Giorgia Iafrate, al punto da “ordinare” loro con una “minaccia implicita”, e intimidendoli, la consegna della giovane marocchina. 

Quanto al reato di prostituzione minorile, per il pg “è certa l’attività di meretricio della minorenne” a Villa San Martino tra il settembre 2009 e il maggio 2010. Per la difesa, invece, la condanna di primo grado era basata solo su “opinioni” e su “congetture che servono solo a puntellare prove inesistenti”, poiché nei confronti di Ostuni ci fu solo una “mera sollecitazione” e la stessa Ruby ha sempre negato di aver fatto sesso con Berlusconi.

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