Immaginate che Florentino Perez, dopo aver guidato il Real Madrid all’ultima vittoria in Champions League, decida improvvisamente di “chiudere i rubinetti”, abbandonare la squadra e interrompere tutte le attività. Questo è esattamente ciò che è accaduto alla Pro Recco, il “Real Madrid della pallanuoto”. Il patron Gabriele Volpi, lo scorso luglio, ha annunciato il disimpegno e, non trovando nuovi investitori, la squadra ligure ha ufficialmente cessato le attività dopo oltre 65 anni di successi ineguagliabili.
Il 2 agosto 2024, la Pro Recco, così come era conosciuta, ha chiuso i battenti. Con un palmarès davvero incredibile, che include 36 scudetti, 11 Champions League e numerosi trofei nazionali e internazionali, la squadra non parteciperà più né alla Serie A1 né alla Champions League, la competizione in cui detiene il record di vittorie a livello europeo. Fortunatamente non è un addio definitivo per Recco, cittadina della Liguria con meno di diecimila abitanti, dove la pallanuoto è lo sport cittadino da tantissimi anni: la pallanuoto continuerà infatti grazie alla nuova società “Recco Waterpolo”, fondata da Maurizio Felugo. Questa nuova entità garantirà l’iscrizione della squadra al campionato di Serie A1, inizialmente puntando sui giovani talenti, mentre i giocatori della “vecchia” Pro Recco sono stati liberati per cercare nuove opportunità professionali. Ma cosa è successo per passare in due mesi dalla vittoria della Champions alla liquidazione?
L’addio di Volpi e la fine della Pro Recco
La crisi è iniziata il 5 luglio 2024, quando Gabriele Volpi ha annunciato il suo disimpegno dalla Pro Recco. Volpi, già proprietario dello Spezia Calcio tra il 2008 e il 2021, ha spiegato che, pur essendo una decisione “profondamente dolorosa”, è parte di una “progressiva diversificazione delle iniziative del gruppo Orlean“, di cui è a capo. Volpi ha auspicato che qualche imprenditore ligure o appassionato della pallanuoto potesse raccogliere l’eredità straordinaria della Pro Recco, inclusi il titolo sportivo, la gestione e il futuro del club.
Il futuro della squadra è diventato incerto, con la necessità di trovare nuovi investitori entro il 31 luglio per evitare l’esclusione dalla massima competizione europea. Nonostante gli sforzi, però, non è emerso nessun acquirente capace di rilevare il club e mantenere il progetto agonistico ai livelli precedenti. I giocatori, tra cui sette nazionali italiani, sono stati svincolati, e la squadra ha rinunciato alla partecipazione alla Champions League, competizione che aveva vinto consecutivamente dal 2021 al 2023.
Il 2 agosto 2024, anniversario del primo storico scudetto del 1959, la Pro Recco ha ufficialmente detto addio al mondo della pallanuoto, segnando la fine della squadra così come l’abbiamo conosciuta.
La rinascita come Recco Waterpolo
Nonostante la tempesta che ha colpito la Pro Recco, la pallanuoto a Recco continua a vivere grazie alla nascita della “Recco Waterpolo”, una nuova società fondata da Maurizio Felugo, ex presidente della Pro Recco. Questa nuova entità eredita il titolo sportivo della Pro Recco, permettendo così alla squadra di partecipare al campionato di Serie A1 ma con obiettivi ridimensionati e un focus rinnovato sui giovani talenti.
La Recco Waterpolo non avrà le stesse risorse economiche della gestione Volpi. I giocatori che decideranno di restare dovranno accettare stipendi notevolmente ridotti rispetto al passato. Chi non vorrà accettare queste condizioni sarà libero di cercare una nuova sistemazione professionale, pur rispettando i contratti in essere fino a quando non sarà trovata una soluzione soddisfacente per tutte le parti.
La Pro Recco cambia statuto e svolta sul sociale
Ma la Pro Recco, invece, che fine ha fatto? Parallelamente alla nascita della Recco Waterpolo, la storica Pro Recco ha cambiato il proprio statuto, spostando il focus dall’attività agonistica a iniziative di carattere sociale. La società non avrà più un ruolo agonistico mentre la nuova missione sarà quella di contribuire al benessere della comunità di Recco, con progetti rivolti all’educazione e alle attività ricreative per giovani e alla creazione di centri dedicati alla terza età.
Questo cambiamento è stato deciso in un’assemblea straordinaria che ha visto anche la nomina dell’avvocato Luca Gratteri come amministratore unico. Un comitato di saggi sarà incaricato di individuare e approvare le iniziative più adatte per rispondere alle esigenze della comunità, con un budget iniziale fissato a 15.000 euro per progetto.