Pietro Modiano e Marco Onado sono le firme del nuovo libro “Illusioni perdute – Banche, imprese, classe dirigente in Italia dopo le privatizzazioni”. Per rispondere all’interrogativo implicito nel titolo di questo libro sul perché le privatizzazioni non hanno cambiato il volto dell’Italia nel senso auspicato di colmare il divario di sviluppo con i tassi di crescita delle altre principali nazioni europee, Pietro Modiano, un’esperienza professionale verticistica variegata nel mondo bancario e Marco Onado, Accademico di lungo corso, oltreché Commissario Consob dal 1995 al 1998, hanno scelto la strada della ricostruzione storica di un periodo, che va dalla seconda metà del secolo scorso ai giorni nostri.x
Politica e manager hanno portato l’Italia nella medocrità
Infatti, l’articolazione del libro prevede una prima parte di riflessioni, dedicate ad illustrare proprio i tratti essenziali delle due stagioni, del miracolo economico e delle privatizzazioni bancarie e industriali. L’elevata qualità dell’indagine ricostruttiva consente, poi, di cogliere ed individuare puntualmente le responsabilità in negativo della classe politica e di quella manageriale, sia bancaria che industriale, le cui scelte di fatto hanno condannato il nostro Paese ad una situazione di mediocrità, certificata, inconfutabilmente, dal riscontro statistico dell’insoddisfacente andamento della produttività.
Spiace, anche, constatare che questo arretramento apparentemente inarrestabile del Paese è avvenuto, nonostante, da un lato, si sono avute ripetute, favorevoli occasioni storiche non sfruttate e dall’altro, si è confermata la riconosciuta capacità di adattamento della nostra classe imprenditoriale ai cambiamenti di scenario. Una capacità, che – è bene ricordarlo – si è tradotta in punte di eccellenza, realizzate in alcuni comparti del nostro mondo industriale, apprezzate in campo nazionale ed in quello internazionale.
Gli esempi di Seat, Alitalia, Telecom e Autostrade
A suffragare questa tesi, illuminanti risultano le descrizioni di quanto avvenuto in Seat, Alitalia, Telecom e Autostrade; così come, ben illustrati sono i limiti ed i lacci, che hanno accompagnato la formazione dei due campioni attuali del nostro sistema bancario, Unicredit e Intesa San Paolo.
Dunque, un processo irreversibile di decadimento? No, perché, comunque, i due autori accendono e lasciano intravedere una fiammella di speranza per il futuro, grazie ad un ottimismo della volontà, che punti con decisione ad un cambiamento di rotta sostanziale. Una speranza, peraltro, condizionata dall’uso appropriato dell’analisi degli attuali problemi della società italiana, frutto, anche, degli errori dei precedenti decenni e che paradossalmente si potrebbero tramutare in utili insegnamenti, da supportare con un indispensabile “scatto morale collettivo”.
In definitiva, questo volume, oltre ad offrire una valutazione accurata e depurata da scorie di faziosità di vicende così significative per il nostro Paese, risulta meritevole di segnalazione per altre due caratteristiche positive: la capacità di sistematizzazione e di riconduzione ad un quadro interpretativo unitario delle vicende stesse; la modalità narrativa utilizzata, con il ricorso ad uno stile agile, che, certamente contribuisce a rendere comprensibili, per una platea di lettori ben più ampia dei tradizionali “addetti ai lavori”, vicende economico – politiche, spesso, di non facile interpretazione e decifrazione.
Pietro Modiano – Marco Onado “Illusioni perdute – Banche, imprese, classe dirigente in Italia dopo le privatizzazioni”, Il Mulino, Bologna, 2023, pagg. 372, Euro 35,00