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Privatizzazioni: in sei atti il piano del Governo per il 2016. In testa Ferrovie dello Stato

Il piano del Governo per le privatizzazioni 2016 si compone di sei capitoli: il principale è quello che riguarda le Ferrovie dello Stato per le quali bisogna però ancora trovare una formula che combini insieme la vendita del 40% con il mantenimento in mani pubbliche della rete – Nel menù anche Grandi Stazioni, Stm, Enav, Sace e Fondo Italiano di Investimento

La privatizzazione delle Ferrovie dello Stato è il principale obiettivo del piano del governo Renzi per le dismissioni, totali o parziali che siano, del 2016. Il percorso però non è facile perché il Governo deve ancora trovare la formula giusta per combinare insieme la cessione del 40% delle Fs con la volontà di mantenere in mani pubbliche la rete ferroviaria.

Ma oltre alle Ferrovie, dove Renzi e Padoan sperano di replicare il successo della privatizzazione delle Poste Italiane, c’è molto altro nell’agenda del Governo, anche se nella conferenza stampa di fine anno il premier ha tenuto a sottolineare che non sarà ridotta la quota pubblica in un asset strategico come l’Eni.

Tra le privatizzazioni in cantiere c’è il business retail di Grandi Stazioni, società controllata da Ferrovie dello Stato con un valore di circa 800 milioni. Poi c’è l’Enav, che dovrebbe approdare in Borsa entro la prima metà del 2016.

Il Tesoro pensa inoltre di girare alla Cassa depositi e prestiti la sua quota (12,5%) in StMicroelectronics che vale circa 700 milioni.

Infine nella lista delle privatizzazioni possibili nel 2016 ci sono il 12,5% del Fondo Italiano di Investimento e la Sace. Il Tesoro pensa di cedere la sua partecipazione nel Fondo di Investimento italiano direttamente alla Cdp mentre tutta da definire è la vendita, più volte evocata, della Sace.

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