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Privatizzazione Poste: tutto pronto per il collocamento, sul mercato il 14%: quando parte e come funziona

Imagoeconomica

Il governo accelera sulla privatizzazione di Poste Italiane. Come previsto dall’ultimo decreto sul mercato finirà una quota del 14% dell’azienda guidata da Matteo Del Fante. Lo Stato resterà comunque primo azionista, con una quota del 50% distribuita tra Mef e Cdp. 

Ma quando parte il collocamento? Come funziona? Ecco tutto ciò che c’è da sapere.

Privatizzazione Poste: quando parte il collocamento

Quello che il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha ribattezzato “un autunno-inverno caldo” delle privatizzazioni partirà ufficialmente il prossimo 21 ottobre con il collocamento sul mercato del 14% di Poste Italiane. La conclusione è in programma per giovedì 24 ottobre mentre il giorno successivo, venerdì 25 ottobre, sarà comunicato il prezzo di vendita. L’offerta si chiuderà ufficialmente 10 giorni prima dell’approvazione dei conti nei 9 mesi, in programma per il 6 novembre 2024.

Privatizzazione Poste: come funziona il collocamento

Secondo La Stampa, che cita una fonte ministeriale vicina al dossier, nell’ambito del collocamento il 35% della quota in vendita dovrebbe essere riservato ai piccoli risparmiatori e all’interno di questa soglia una parte verrebbe destinata ai dipendenti di Poste, mentre il rimanente 65% sarà destinato agli investitori istituzionali. Il Corriere rivela inoltre che sarà inoltre la prima offerta pubblica di vendita digitale, con l’Internet banking.

Il Mef ha inoltre definito la struttura del consorzio di garanzia e collocamento per la dismissione del 14% della partecipazione detenuta in Poste Italiane. Intesa Sanpaolo, Mediobanca, Unicredit, Citi, Deutsche Bank e JP Morgan hanno ricevuto l’incarico di global coordinator, Barclays, BNP Paribas, Morgan Stanley, Société Generale e UBS saranno joint bookrunner. 

Il probabile incasso della vendita

In base agli attuali valori di mercato, dal collocamento il Tesoro dovrebbe incassare circa 2,3 miliardi di euro che, aggiunti ai 3 miliardi già raccolti nel 2024 con la cessione di una quota di Eni e di Mps, portano a oltre 5 milioni di euro la cifra entrata nelle casse dello Stato quest’anno grazie alle privatizzazioni. Non è però detto che il totale sia definitivo, dato che in base a quanto indicato dal ministro Giorgetti, entro la fine del 2024 sarà messa sul mercato anche un’ulteriore quota del 10-15% di Monte dei Paschi. Risorse che non saranno però utilizzabili in Manovra, ma che serviranno per ridurre il debito pubblico. L’obiettivo indicato dal Governo è quello di incassare, entro il 2026 circa 20 miliardi di euro, l’1% del Pil.

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