“È immaginabile un periodo tra i cinque e i sei mesi per definire i dettagli dell’operazione e concluderla”. Lo ha detto il viceministro dello Sviluppo economico, Antonio Catricalà, parlando in commissione Trasporti alla Camera in riferimento alla privatizzazione di Poste italiane.
“Secondo i precedenti – ha aggiunto – la privatizzazione avverrà nel rispetto del combinato disposto delle due leggi. La bozza del Dpcm è preparata dal ministero dell’Economia e ottiene di concerto del ministero dello Sviluppo economico dopo di che il Consiglio dei ministri approva lo schema di decreto che viene trasmesso in Parlamento per il parere delle Commissioni competenti. La delibera definitiva sul Dpcm ritorna in Consiglio dei ministri per l’approvazione definitiva e viene pubblicata in Gazzetta Ufficiale”.
Catricalà ha spiegato che “il tempo necessario per questa operazione è di circa due mesi: intanto il ministero dell’Economia, sulla base del primo schema del Dpcm, potrà attivare gli studi necessari e preparare la cosiddetta Equity Story, predisporre gli atti necessari per la migliore presentazione al mercato. Una volta approvato in via definitiva il Dpcm bisognerà presentare l’operazione alla Consob, la Borsa Italiana”.
Secondo il viceministro, in ogni caso, “per continuare a creare valore, il Governo ritiene che il processo di privatizzazione di Poste italiane debba avvenire mantenendo l’unitarietà del gruppo. Questo esclude l’ipotesi di vendere solo un pezzo di Poste. L’orientamento generale è “di mantenere sia il controllo sia la maggioranza del capitale in mano allo Stato”, ma “una quota sarà riservata ai dipendenti”.