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Private equity, Renaissance diventa italiana. Nasce un polo con masse gestite da 5 miliardi, diventeranno 10 in 5 anni

Canè: “Vogliamo proporci come il più rilevante operatore italiano negli investimenti in private markets”. Oltre al private equity anche altre asset class, come il private debt o gli investimenti infrastrutturali e il real estate

Private equity, Renaissance diventa italiana. Nasce un polo con masse gestite da 5 miliardi, diventeranno 10 in 5 anni

Da quello che appariva come un semplice piano di riorganizzazione, è nata una piattaforma tutta italiana dedicata al private equity da 5 miliardi di masse gestite, che vuole passare a 10 miliardi in 5 anni. Tutto è nato dalla notizia di ieri secondo cui l’operatore americano Neuberger Berman ha venduto la maggioranza e il controllo di NB Reinaissance ai soci italiani Fabio Cané e Stefano Bontempelli, conservando solo una quota del 10% in continuità con il passato. Quella che dopo il closing verrà rinominata solo Renaissance sarà una piattaforma integrata (gestisce anche il veicolo di permanent capital Aurora, quotato in Borsa), che intende affiancare al private equity anche altre asset class, come il private debt o gli investimenti infrastrutturali e il real estate.

Canè: saremo il più rilevante operatore italiano nei private markets

“Vogliamo proporci come il più rilevante operatore italiano negli investimenti in private markets” dice Fabio Canè, fondatore e senior partner di Renaissance. “In Italia oggi non c’è una piattaforma di investimenti alternativi al servizio del Paese, vogliamo colmare questo spazio. Sono convinto che un operatore di questo tipo, che sia in grado di aggregare team eccellenti nelle diverse asset class al servizio dei grandi investitori istituzionali, contribuirà ulteriormente allo sviluppo del sistema industriale italiano” cme ha riportato anche il Sole24ore. Il team italiano guidato da Patrizia Micucci, con la relativa strategia di investimento, sarà parte dell’operazione e della nuova entità lussemburghese controllata da Renaissance.

Renaissance nasce da una costola di IntesaSanpalo

Renaissance nasce nel 2015 con l’esternalizzazione del private equity di Intesa Sanpaolo. Neuberger Berman ha investito nell’iniziativa, portando la sua rete di investitori internazionali e rilevando il 51% della joint venture con i soci italiani Fabio Cané e Stefano Bontempelli. Successivamente la jv ha comprato la gestione del Fondo Italiano d’Investimento e ha poi quotato il veicolo, NB Aurora (al closing Aurora).

Il perfezionamento dell’operazione, atteso entro il corrente esercizio e in ogni caso non oltre fine 2025, avverrà una volta ottenute le autorizzazioni della CSSF (l’Authority lussemburghese) e dopo le necessarie modifiche allo statuto sociale di NB Aurora.

I due veicoli Renaissance e Aurora si dividono le tipologie di operazioni

“Le strategie dei due veicoli restano inalterate” prosegue Canè. “Si tratta di strategie di investimento complementari, che coprono due segmenti di mercato diversi: Renaissance opera tendenzialmente come socio di maggioranza con un investimento medio da 100 a 300 milioni, Aurora investe in operazioni di minoranza con governance attiva con obiettivi di investimento da 30 a 70 milioni. I due team a oggi hanno effettuato 63 investimenti insieme a primari imprenditori italiani. Con l’accordo, le due società potranno integrare le rispettive capacità, relazioni e conoscenze, con vantaggi reciproci, condivideranno la stessa infrastruttura regolatoria e di business pur rimanendo indipendenti nelle rispettive strategie di investimento”.

In programma masse gestite per oltre 5 miliardi. Diventeranno 10 in 5 anni

Reinassance gestisce oggi investimenti per circa 2,8 miliardi con un portafoglio attuale in 12 società che fatturano complessivamente circa 3,5 miliardi. Il fondo III (di oltre un miliardo) ha generato 750 milioni di investimenti ed è in atto la raccolta col fondo IV. “Puntiamo a un closing di 1,2 miliardi” spiega Canè “che porterà le masse gestite, incluse le attività di coinvestimento e quelle di Aurora, a oltre i 5 miliardi. Ma non ci vogliamo fermare qui. Nove anni fa, all’inizio del nostro percorso con Neuberger Berman, gestivano 620 milioni. Fra 5 anni potremo arrivare a 10 miliardi considerando le altre strategie di investimento nei private markets” continua Canè. “Anche nell’ultimo ultimo periodo siamo riusciti a cogliere ottime opportunità nel private equity, con le operazioni in U-power, Bending Spoons, Neopharmed, Arbo. Ma siamo pronti ad affiancare nuove asset class, a partire da un credit fund da investimenti nelle infrastrutture e nel real estate. Nelle prossime settimane presenteremo l’operazione nei dettagli a tutti gli stakeholders: Mef, Cdp, Confindustria, oltre a tutti i nostri investitori istituzionali che potranno investire nel nostro veicolo. Il nostro è un progetto al servizio degli investitori con una importante ricaduta per il sistema Paese”.

Ieri, intanto l’assemblea di NB Aurora ha approvato il bilancio, dando il via libera alla distribuzione di un dividendo ordinario e di uno straordinario per complessivi 1,13 euro per azione e rinnovando il cda.

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