I fondi di private equity hanno investito10,86 miliardi di euro nelle aziende italiane nel primo semestre 2022 con 8 mega-deal, a cominciare dall’operazione della cordata Cdp Equity-Blackstone-Macquarie su Autostrade per l’Italia (Aspi). Con questi dati il primo semestre 2022 vede un incremento del 139% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Lo dice l’ultima relazione dell’Aifi, l’associazione dei player del settore, in collaborazione con PwC Italia.
Private equity, preoccupa il crollo delle operazioni dedicate allo sviluppo delle imprese
Dopo una prima metà dell’anno scintillante, la seconda è vista con preoccupazione. “Il primo semestre dell’anno mostra una crescita importante dell’ammontare investito dal private equity sulle infrastrutture” dice Innocenzo Cipolletta presidente AIFI. “Dall’altro lato preoccupa il crollo delle operazioni di expansion, dedicate allo sviluppo delle imprese, e rimangono ancora troppo poche quelle di turnaround, per il supporto alle aziende in tensione finanziaria. Nel venture capital l’intervento del Governo e delle Istituzioni ha permesso la crescita del settore. Occorre pensare a interventi attraverso fondi di fondi, che aiutino la finanza alternativa a crescere per poter essere un valido supporto all’economia reale”.
Crescono acquisizioni di quote di maggioranza o totalitarie (+86%)
Al netto dei mega-deal, ha osservato la direttrice generale di Aifi Anna Gervasoni, anche il numero di operazioni è cresciuto passando dai 253 del primo semestre 2021 a 338.
Nel settore infrastrutturale il numero dei deal è sceso da 25 a 15, ma l’ammontare è triplicato a 6,5 mld (+227%)
Gli investimenti di buyout (acquisizioni di quote di maggioranza o totalitarie) hanno registrato un aumento dell’86% per ammontare, pari a 3,6 miliardi, e del 24% per numero, pari a 87.
L’early stage (investimenti in imprese nella prima fase di ciclo di vita, seed, startup, later stage) è cresciuto del 50% in ammontare (442 milioni di euro) con 210 operazioni (+63%). In calo invece l’attività dell’expansion (investimenti di minoranza in aumento di capitale finalizzati alla crescita dell’azienda) con solamente 186 milioni di euro (contro i 299 milioni del I semestre del 2021, -38%), investiti in 15 operazioni (-35%).
Private equity: cala la raccolta (-40%) confrontata con un 2021 molto forte
La raccolta complessiva (sia quella sul mercato sia captive, cioè proveniente dalla casa madre del fondo) è stata pari a 1,7 miliardi di euro, mostrando un calo del 40% rispetto al primo semestre del 2021 quando per altro si erano visti alcuni closing di dimensioni significative. Gli operatori che hanno effettuato un closing nel periodo sono stati 26 (21 nello stesso periodo dell’anno precedente).
In termini di distribuzione geografica, il 76% delle 314 operazioni realizzate nel primo semestre in Italia è stato realizzato al Nord (pari a 237 investimenti), il 16% al Centro (51) e il restante 8% al Sud e Isole, che totalizza 26 investimenti. A livello regionale, in linea con gli anni precedenti, la Lombardia si è classificata al primo posto in termini di numero di operazioni (123, pari al 39% del totale), seguita dall’Emilia Romagna (35,11%).
Per quanto concerne la distribuzione settoriale, in termini di numero, nel comparto ICT sono state realizzate 77 operazioni (23% del totale), nel settore dei beni e servizi industriali 40 (12%) e nei servizi per il consumo 37 (11%).
Le fonti principali della raccolta sono state: assicurazioni, 24%, fondi pensione e casse di previdenza, 17%, e settore pubblico, 12%.