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Private Banking: gestirà il 36% della ricchezza delle famiglie italiane entro il 2026. Il report Aipb

Secondo il report dell’Aip gli asset under management supereranno i 1.412 miliardi di euro entro il 2026, con un aumento medio annuo del 6,6% nel prossimo biennio, spinto dai nuovi flussi di raccolta e dal rimbalzo dei mercati finanziari

Private Banking: gestirà il 36% della ricchezza delle famiglie italiane entro il 2026. Il report Aipb

Che l’industria del Private Banking in Italia stia vivendo un momento di crescita continua non è più una sorpresa. Ma il report dell’Associazione Italiana Private Banking (Aipb) intitolato “Il Private Banking in Italia: previsioni al 2026” offre dati e previsioni che non solo confermano questa tendenza, ma ne delineano con precisione l’evoluzione per i prossimi anni. La parte centrale della ricerca, condotta in collaborazione con Prometeia, ci dice una cosa molto chiara: il Private Banking continuerà ad avere un ruolo sempre più cruciale nelle scelte d’investimento delle famiglie italiane, con una crescita solida e sostenibile. Ma cosa c’è dietro questi numeri?

Lo scenario macroeconomico e finanziario

Nonostante una crescita economica globale moderata, il rapporto evidenzia segnali di stabilità. Tra il 2024 e il 2026, gli Stati Uniti registreranno una performance positiva (+2,6%, +1,5%, +2,1%), mentre per l’Italia si prevede una crescita più contenuta: +0,8% nel 2024 e 2025, e +0,7% nel 2026. L’eurozona crescerà tra lo 0,7% e l’1,1%.

Grazie al calo dell’inflazione e alle condizioni favorevoli del mercato del lavoro, le previsioni di recessione si attenuano. Inoltre, l’abbassamento dei tassi della Bce favorisce uno scenario di “soft landing” per l’economia italiana ed europea.

In Italia, il rapporto debito/Pil è destinato ad aumentare, con un impatto sul rischio dei titoli pubblici, con lo spread Btp-Bund che potrebbe salire fino a 185 punti base entro il prossimo anno.

Sul fronte dei mercati, si prevede che la dinamica positiva delle azioni (+7%-8% annuo) prosegua, mentre i consumi rimarranno deboli nel 2024 (+0,1%) per poi recuperare leggermente tra il 2025 e il 2026. Tuttavia, il tasso di risparmio resterà basso, attorno all’8,5%, e i flussi di investimenti finanziari diminuiranno a 210 miliardi di euro nel triennio 2024-2026, rispetto ai 240 miliardi del periodo precedente.

I numeri della ricchezza finanziaria delle famiglie italiane

Ora, passiamo a un dato che più di tutti interessa il settore: la ricchezza finanziaria delle famiglie italiane. Dopo un recupero dei mercati (+3,4%) e nuovi flussi positivi (+1,7%) tra il 2023 e il 2024, la ricchezza finanziaria delle famiglie italiane continuerà a crescere, superando i 4.000 miliardi di euro entro il 2026 rispetto ai 3.689 miliardi attuali. Questa crescita sarà trainata da nuovi investimenti (+1,9%) e dall’andamento positivo dei mercati (+1,5%), offrendo un’importante spinta al settore del Private Banking.

Private Banking: un settore in crescita

Secondo il rapporto, gli asset under management (AuM) del Private Banking in Italia dovrebbero superare i 1.412 miliardi di euro entro il 2026, con una crescita del +6,6% rispetto al 2024 (contro un +1,8% di altri operatori). Questo risultato sarà trainato da una combinazione di nuovi flussi (+4,2%) e dalla ripresa dei mercati finanziari (+2,4%). Nel prossimo biennio, la quota di mercato del Private Banking crescerà, arrivando a gestire circa il 36% della ricchezza investibile delle famiglie italiane. La fiducia nel futuro del settore rimane solida: il 56% dei leader prevede una crescita nei prossimi 12-18 mesi, mentre il 44% stima una stabilità, senza segni di contrazione.

Il risparmio gestito sarà il motore principale del settore, con una crescita media annua del +8,2%, trainata da nuovi flussi (+4,3%) e dall’effetto positivo dei mercati (+3,9%). Il comparto assicurativo seguirà con un incremento medio annuo del +5,7%.

Le preferenze di investimento: più alternative, meno liquidità

Un altro dato interessante riguarda le preferenze di investimento delle famiglie italiane. Le soluzioni a lungo termine, come i private markets, vedranno una crescita di interesse, arrivando a coprire il 22% delle preferenze. Ma c’è un’inversione di tendenza anche nei settori più tradizionali: gli investimenti a capitale garantito sono passati dal 41% al 22% nelle preferenze degli investitori, segno che la propensione al rischio è in aumento.

Se da un lato cresce l’interesse per le soluzioni assicurative (dal 3% al 9%), dall’altro si conferma una certa attenzione alla liquidità, che resta al 13% per scopi precauzionali. In generale, c’è una crescita delle strategie alternative (private equity, infrastrutture, real estate), con il 78% dei rispondenti che punta su queste asset class, seguite dalle azioni (oltre il 70%).

L’obbligazionario, invece, non sembra godere della stessa fiducia: oltre la metà degli intervistati ritiene che rimarrà stabile o addirittura decrescerà.

I commenti

“Le previsioni per il 2026 confermano il peso crescente e il ruolo del Private Banking nelle scelte d’investimento delle famiglie italiane – ha commentato il presidente Aipb, Andrea Ragaini –. Un percorso di crescita che si fonda sulla consulenza professionale e la centralità del Private Banker. L’industria, oggi, si pone un obiettivo ancor più rilevante, quello di accrescere nel tempo il valore dei patrimoni in gestione, guidando le scelte della clientela all’interno di un contesto in continua evoluzione”.

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