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Private Banking, brusca frenata: il report della McKinsey

Dal report annuale European Private Banking Survey, che racchiude i risultati relativi all’andamento del settore Private Banking attraverso una ricerca fatta a livello globale su 190 banche private nei principali mercati mondiali. Deludenti i risultati in termini di crescita del patrimonio gestito e di redditività. Asia ed America Latina in controtendenza

Private Banking, brusca frenata: il report della McKinsey

Il settore del Private Banking, secondo McKinsey (società di consulenza che opera a livello globale), sta assistendo a una brusca frenata rispetto al passato: infatti, la crescita media annua attesa è intorno al 6%, in calo rispetto all’8% registrato tra il 2008 al 2015. Questo rallentamento è tanto più evidente in Europa occidentale, dove le previsioni di crescita si riducono al 4%. Questo nonostante le previsioni indichino che in nove anni (dal 2016 al 2025) le ricchezze degli individui che detengono asset finanziari superiori al milione di euro (High Net Worth Households – HNWI) aumenteranno quasi del doppio (da 59 mila miliardi a 101 mila miliardi di euro),

In particolare, nel 2016, il settore Private Banking dell’Europa occidentale ha offerto performance deludenti in termini sia di crescita del patrimonio gestito (assets under management – AuM) sia di redditività. Durante l’anno, l’insieme dei profitti aggregati ricavati dalla gestione degli asset di clienti ad alto valore netto è diminuito per la prima volta dal 2009 – in calo del 10% rispetto al 2015 – a seguito di una crescita limitata dell’AuM, pari a solo il 3% e di una riduzione del profitto (in diminuzione di 3 punti base (basis points – bps) rispetto al 2015, per un calo complessivo del 13%).

Le azioni di gestione dei costi delle banche non hanno compensato la significativa riduzione del margine di profitto: a causa del basso tasso di interesse e dell’attività di intermediazione ridotta, la marginalità dei ricavi è scesa di 4 bps rispetto al 2015, il più grande calo dal 2008.

Questi risultati sono un forte allarme per le banche private dell’Europa occidentale. I modelli di business richiedono cambiamenti significativi per fronteggiare una serie di trend di mercato sfavorevoli, come: l’incertezza macroeconomica e la volatilità del mercato, le norme che aumentano i requisiti di trasparenza, le richieste dei clienti per ottenere maggiore valore aggiunto dai loro intermediari finanziari, l’accelerazione dell’impatto di prodotti e servizi digitali.

L’impatto combinato di questi trend è ancora incerto, ma data la loro velocità, dimensione e pressione sui ricavi, le banche private dell’Europa occidentale dovranno essere preparate e andare oltre il semplice miglioramento della marginalità. Le banche private di maggior successo dell’area hanno intrapreso una serie di azioni per generare livelli di profitto più elevati e sostenibili:

– Una proposta di valore e un modello di delivery chiari per ogni segmento di clientela
– Offerta omnichannel per i clienti ibridi e iniziative digitali su mercati selezionati per alcune aziende
– Trasformazione delle pratiche di prima linea per difendere e ampliare la base di ricavo
– Riprogettazione da zero di strutture di costo e modelli di funzionamento
– Miglioramento della salute organizzativa attraverso una rigorosa misurazione delle performance
 
Lo sforzo richiesto varierà a seconda del punto di partenza di ciascuna istituzione, ma il ripristino e il sostegno della crescita e della redditività richiederanno un’azione decisiva nei prossimi due o tre anni.

In controtendenza rispetto alla situazione dell’Europa occidentale, alcune regioni saranno testimoni di un’espansione più ampia degli asset: l’Asia prevede una crescita del 10% annuo, mentre America Latina ed Europa centrale, una crescita del 9%.

 

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