Ennesima tempesta privacy per un colosso della tecnologia. Stavolta tocca a Microsoft, che ha ammesso di essere entrata nella casella di posta elettronica Hotmail di un blogger mentre portava avanti un’indagine interna.
La società ha detto di aver letto le email del blogger in questione per identificare un impiegato sospettato di una fuga di informazioni.
Quanto accaduto è emerso questa settimana, nell’ambito di una causa contro un ex dipendente Microsoft, Alex Kibalko, un russo in forza agli uffici libanesi del gruppo.
Nel 2012, Microsoft era stata avvertita del fatto che un blogger, la cui identità è stata mantenuta anonima nel documenti del tribunale, avrebbe ricevuto informazioni riservate sul sistema operativo Windows 8, al tempo non ancora lanciato sul mercato.
Il blogger avrebbe poi postato immagini relative al nuovo sistema operativo sul suo sito Internet.
Per capire la fonte della fuga di notizie, Microsoft ha dato il via a un’indagine e ha cominciato a fare ricerche negli account del blogger per trovare il nome del responsabile.
La ricerca, tecnicamente, era legale, stando ai termini di servizio dell’azienda che stabiliscono che la società può accedere alle informazioni contenute negli account, incluse email, chat, forum e altri strumenti di comunicazione.
Tuttavia, le rivelazioni su queste indagini hanno nuovamente aperto il dibattito sulla violazione della privacy da parte dei colossi del web.
Una mossa che mette in imbarazzo Microsoft, che ha sempre criticato Google per la scansione automatica delle email per scopi pubblicitari.