Una difesa della strategia Fiat per uscire dalla crisi affidata non solo alle parole ma a numeri eloquenti: nel 2011 l’insieme di Fiat e Fiat Industrial registrerà un risultato operativo superiore a quello che il Gruppo ottenne nel 2008, che era allora il piu’ elevato mai ottenuto in oltre 100 anni di storia dell’azienda. Nonostante il calo del mercato, specie in Italia, la Fiat, grazie anche all’apporto di Chrysler per sette mesi, ha potuto tenere in ordine il proprio conto economico che e’ base indispensabile senza la quale non si puo’ costruire alcun futuro.
Questo il messaggio fondamentale che si ricava dal discorso di Marchionne al convegno torinese della Confindustria dedicato al futuro dell’industria manifatturiera,durante il quale ha incontrato ed abbracciato con affetto la presidente Marcegaglia.
Marchionne ha fatto un discorso lungo e complesso nel quale ha ripercorso la storia di questi ultimi sette anni di Fiat rivendicando la coerenza di quanto detto e fatto in tutto questo tempo. In primo luogo ha contestato duramente tutti coloro che dicono che Fiat vuole lasciare l’Italia.
“Fabbrica Italia era una dichiarazione di intenti,lanciata di nostra iniziativa e non dovuta, a dimostrazione dell’impegno della Fiat nei confronti di questo paese”. Così ha ribadito con forza Marchionne respingendo le polemiche di quanti cercano di accreditare secondi fini da parte di Fiat. “Gli anti italiani sono coloro che non vogliono prendere atto dei cambiamenti del mondo che ci circonda, coloro che perdono tempo a discutere e rinviare i problemi, che non si assumono la responsabilita’ di agire e cambiare le cose.”
Anche nei confronti della irrituale richiesta della Consob di avere dettagli sul Piano per l’Italia, Marchionne si e’ detto stupito che una comunicazione che avrebbe dovuto rimanere riservata, abbia avuto cosi larga eco sula stampa. Non ha quindi risposto direttamente alla Consob, ma in altri passaggi ha fatto capire che in nessuna parte del mondo si chiedono alle aziende dettagli che devono rimanere riservati anche perche’ in un periodo di grandi incertezze i piani ed i modelli da produrre vengono continuamente aggiornati.
Quanto al rapporto con i sindacati ed in particolare con la FIOM, Marchionne ha ricordato che anche nel periodo piu’ duro della crisi la Fiat non ha mai denunciato eccedenze struturali non ha fatto licenziamenti, ma ha cercato di gestire con gli ammortizzatori sociali la situazione di un’attività delle fabbriche. Non solo ma ha salvato tante aziende dell’indotto per quasi 10mila persone. Quindi tutte le azioni della Fiat dimostrano, secondo Marchionne, che l’intento della Fiat e’ quello di salvaguardare i posti di lavoro in Italia. L’atteggiamento della FIOM a parere dell’AD della Fiat, e’ solo strumentale, ideologico e difensivo delle sue posizioni di minoranza. Per questo rischiamo una vera e propria tirannia di pochi a danno della maggioranza che invece ha democraticamente votato per accettare la sfida del nuovo che comporta un necessario incremento della competitivita’.
Sia Tronchetti che Passera hanno convenuto sul fatto che l’innovazione anche nelle relazioni industriali sono possibili con alcuni sindacati piu’aperti al cambiamento. Tutti alla fine hanno voluto concludere con un messaggio di speranza se non proprio di ottimismo. “Sappiamo che il mondo ci sta guardando – ha detto Marchionne – e spesso non gli piace quello che vede.” Comunque il mondo ci sta mettendo alla prova ed e ‘ proprio nei momenti difficili che dobbiamo tirar fuori il meglio di noi stessi.