A dispetto di tutti i sondaggi e dell’esito della votazione degli iscritti, Elly Schlein, 38 anni, vince le primarie del Pd, superando lo sfidante Stefano Bonaccini (54% contro 46%) e diventando la prima segretaria donna del maggior partito della sinistra italiana. E’ un risultato inatteso con il quale i gazebo con oltre un milione di partecipanti ribaltano il voto dei circoli. Ma è anche una netta rottura con la storia del Pd che avvicina – su basi movimentiste e populiste – l’abbraccio ai Cinque Stelle e allontana le possibilità di dialogo con le forze riformiste del Terzo Polo.
Schlein promette di essere l’anti-Giorgia, cioè l’alternativa alla premier Giorgia Meloni, che tuttavia non ha mancato di congratularsi con la nuova leader del Pd, così come ha fatto lo sfidante Bonaccini. “Saremo un problema per Meloni” è stato uno dei primi commenti di Schlein che ha aggiunto: “Grazie a tutti, abbiamo fatto una piccola grande rivoluzione. E’ un mandato chiaro a cambiare davvero. Ora ci rimettiamo in cammino con una linea chiara: contrasto alle diseguaglianze, alla precarietà e una politica che metta davvero al centro la lotta al cambiamento climatico e la difesa della scuola e della sanità pubbliche”.
C’è da sperare che Schlein non cambi la collocazione internazionale del Pd e mantenga la linea di sostegno all’Ucraina senza annegarla in un indistinto pacifismo che dimentica spesso l’aggressione russa e l’origine della guerra che è tornata ad affacciarsi in Europa.