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Prima Industrie vola in Borsa ma si prepara al delisting dopo l’Opa di due fondi private equity

Prima Industrie

Un altro campanello d’allarme suona per Piazza Affari. Dopo 23 anni, la Prima Industrie dell’imprenditore Gianfranco Carbonato si prepara ad abbandonare Borsa italiana dove capitalizza circa 256 milioni contro un fatturato di oltre 400 milioni. L’azienda dei laser verrà rilevata dai fondi di private equity Alpha e Peninsula, attraverso una società ingegneristica da loro controllata, Femto Technologies con un’operazione finalizzata al delisting delle azioni della società dall’Euronext Star Milan. Alcuni venditori reinvestiranno nella società e rimarranno azionisti di minoranza, come Gianfranco Carbonato che resterà presidente e Domenico Peiretti vicepresidente del consiglio di amministrazione della società.

L’annuncio dell’operazione ha spinto al rialzo il titolo Prima Industrie che guadagna il 10,14% a 24,45 euro, vicino al massimo dell’ultimo anno di 24,70 euro e al prezzo fissato per l’Opa di 25.

Prima Industrie si prepara al delisting: Opa a 25 euro

Femto Technologies ha acquistato una partecipazione complessiva pari al 50,1% dei diritti di voto di Prima Industrie, per un valore di oltre 129 milioni di euro. L’operazione è stata effettuata tramite la sottoscrizione di contratti separati con gli azionisti principali dell’azienda: a vendere le 5.167.861 azioni sono Erste International S.A. (3.050.181 azioni), Gianfranco Carbonato (380.000 azioni), Franca Gagliardi (40.000 azioni), Davide Peiretti (20.000 azioni), dP-Cube S.r.l. (250.000 azioni), Joseph Lee Sou Leung (662.315 azioni), J AND LEM Limited (115.444 azioni) e World Leader Limited (649.921 azioni). Reinvestendo parte dell’incasso Carbonato e Peiretti continueranno a detenere il 6,4% del capitale.

L’opa obbligatoria sarà lanciata dopo il closing della vendita, previsto per la fine di novembre, a 25 euro per azione, lo stesso prezzo riconosciuto ai soci venditori.

Inoltre, l’esecuzione delle compravendite è subordinata a una serie di condizioni sospensive, tra cui l’ottenimento, al più tardi entro il 31 dicembre 2022, delle autorizzazioni antitrust e “foreign direct investment” e al finanziamento dell’operazione da parte delle banche che assistono i fondi.

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