Fumare nuoce gravemente anche al portafoglio, oltre che alla salute, e purtroppo per i tabagisti la situazione è destinata a peggiorare con l’anno nuovo. Dal primo gennaio 2015 salgono le tasse sulle sigarette: il rincaro, legato a un nuovo aumento delle accise varato a inizio dicembre dal Consiglio dei ministri, sarà compreso tra i venti e i quaranta centesimi e riguarderà soprattutto i pacchetti che costano fino a 4 euro e 40 centesimi.
Le marche che tengono i prezzi più bassi saranno le più colpite, mentre per le sigarette più care le variazioni saranno minime. I pacchetti da 4 euro, ad esempio, dovrebbero salire a 4 euro e 15 centesimi, ma non è detto che i produttori decidano di scaricare tutto il rincaro sul prezzo finale del prodotto.
Sulle sigarette elettroniche, invece, il Governo ha accettato le condizioni poste dalle Commissioni Finanze di Camera e Senato, inserendo nel decreto legislativo un incremento dello sconto fiscale fino al 50%. Peccato però che i prezzi dei flaconcini per le e-cig siano destinati a salire, poiché il ministero dell’Economia ha imposto una tassa di 3,33 euro sulle ricariche da 10 millilitri.
Un prelievo che secondo l’Anafe, l’associazione di produttori di e-cig, comporterà aumenti del 100% dei prezzi di vendita al pubblico. La nuova tassa è però provvisoria, in quanto legata all’assunto, da dimostrare, che ogni millilitro di ricarica equivalga a cinque sigarette tradizionali. A breve l’Agenzia dei Monopoli dovrebbe fornire rilevazioni più precise.
Novità in arrivo anche per i fiammiferi: l’imposta di consumo è abolita e il mercato viene liberalizzato sia sul fronte della produzione sia su quello della vendita. Infine, per quanto riguarda i tabaccai, nei Comuni fino a 2mila abitanti saranno ritoccati al ribasso i requisiti minimi previsti per l’istituzione dei “patentini” per la vendita dei tabacchi nei pubblici esercizi.