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Prezzo sigarette: aumenta davvero di 5 euro? Verso tassa di scopo per sostenere la sanità, ecco chi la chiede

Imagoeconomica

Il Servizio sanitario nazionale (Ssn) affronta da anni una crescente crisi finanziaria e organizzativa. Tra le numerose proposte per garantire la sua sostenibilità, emerge una misura discussa da tempo ma che ora sembra acquisire maggiore concretezza: aumentare il prezzo delle sigarette di cinque euro per pacchetto, destinando i proventi alla sanità pubblica. Questa idea, avanzata dall’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), punta a raccogliere risorse importanti e, contemporaneamente, a ridurre i consumi di tabacco, principale causa di tumore al polmone. Una misura che, secondo l’Aiom, permetterebbe di raccogliere fino a 13,8 miliardi di euro, una somma vitale per garantire la sostenibilità del sistema sanitario.

Prezzo sigarette, tassa per sostenere la sanità

L’idea di aumentare il prezzo delle sigarette di 5 euro a pacchetto nasce da un doppio obiettivo: raccogliere fondi per sostenere il Ssn, che versa in condizioni critiche, e ridurre il numero di fumatori nel Paese. “Il fumo è un fattore di rischio per numerose malattie, in particolare il tumore al polmone, e ridurre il consumo di sigarette è fondamentale per la salute pubblica e la sostenibilità del Ssn” ha sottolineato Francesco Perrone, presidente dell’Aiom.

La proposta, oltre a colpire i fumatori abituali, mira a ridurre il tasso di nuove dipendenze, soprattutto tra i giovani. Questo meccanismo potrebbe rivelarsi efficace, come dimostrano gli esempi di altri paesi europei dove politiche fiscali simili hanno ridotto il numero di consumatori di tabacco.

Prezzo sigarette, l’impatto del fumo sul sistema sanitario

Ogni anno in Italia, il fumo causa oltre 93.000 decessi, il 90% dei quali legati al tumore al polmone. La prevenzione è essenziale, considerando che il costo sanitario e sociale del tabagismo supera i 26 miliardi di euro all’anno. Saverio Cinieri, presidente della Fondazione Aiom, ha ribadito: “Non esiste una soglia sicura per il consumo di sigarette. Anche a bassi livelli, il fumo comporta rischi elevati per la salute.”

Un dato preoccupante è l’aumento del consumo di tabacco tra le donne, con un corrispondente incremento della mortalità per carcinoma polmonare del 16% tra il 2007 e il 2019. L’Aiom stima che il 75-80% dei casi di tumore al polmone venga diagnosticato in fase avanzata, riducendo drasticamente le possibilità di guarigione. Una situazione che grava non solo sui pazienti e le loro famiglie, ma anche sul sistema sanitario, già al limite.

Prezzo sigarette, sostegno politico e consenso trasversale

La proposta di aumentare il prezzo delle sigarette ha già ottenuto un consenso politico ampio. Maria Domenica Castellone, vicepresidente del Senato, ha confermato l’intenzione di inserire l’emendamento nella prossima manovra finanziaria, spiegando che la misura potrebbe essere estesa anche al tabacco riscaldato. Oltre alla legge di Bilancio, è prevista una presentazione di emendamenti anche nel decreto contro le violenze ai sanitari, recentemente discusso al Senato.

Anche il Partito democratico ha mostrato il proprio sostegno, con la senatrice Beatrice Lorenzin, che aveva già tentato di introdurre un aumento delle sigarette nel 2014. “All’epoca trovammo resistenza da parte di alcune istituzioni, ma oggi credo che si sia capito quanto questa misura sia giusta e necessaria per il Paese” ha commentato l’ex ministro.

L’idea di tassare ulteriormente le sigarette si estenderebbe anche ai prodotti del tabacco riscaldato, nel tentativo di regolamentare tutte le forme di consumo di nicotina. L’emendamento, dunque, si configura come una misura articolata che mira a colpire sia i consumatori abituali di sigarette tradizionali, sia coloro che utilizzano prodotti alternativi

Prezzo sigarette in Italia tra i più bassi d’Europa

In Italia, il prezzo medio di un pacchetto di sigarette è tra i più bassi in Europa, attestandosi a circa 6,20 euro. In confronto, Paesi come Irlanda e Norvegia superano i 12 euro, mentre nel Regno Unito il costo è di circa 12-13 euro. In Germania e Spagna, i prezzi sono più vicini a quelli italiani, tra i 6 e i 7 euro, con la Spagna che ha i prezzi più bassi, intorno a 5,54 euro. In altri paesi europei si registrano prezzi intorno agli 8 euro (Romania), 6,90 (Olanda) e 6,46 (Polonia).

In Francia, dove il costo attuale è di 12,50 euro, si è discusso a giugno di un aumento annuale del 5% sulle sigarette, con l’obiettivo di raggiungere i 25 euro a pacchetto entro il 2040, come misura per ridurre il fumo, che causa oltre 73.000 vittime evitabili ogni anno. La Commissione per gli Affari Sociali del Senato francese ritiene che una maggiore tassazione possa incentivare stili di vita più sani.

Anche altri Paesi hanno adottato politiche severe contro il fumo: negli Stati Uniti il costo medio di un pacchetto è di circa 8 dollari, mentre in Australia può superare i 20 euro. La Nuova Zelanda, invece, ha deciso di vietare la vendita di sigarette a chiunque sia nato dopo il 2008, con l’obiettivo di eliminare il fumo entro il 2025.

Il rischio del contrabbando: mito o realtà?

Uno dei timori principali legati all’aumento del prezzo delle sigarette riguarda il potenziale incremento del mercato nero. Studi condotti a livello internazionale hanno, però, dimostrato che, con adeguate misure di contrasto, il commercio illegale non necessariamente aumenta in risposta a rincari sui prezzi. Maria Domenica Castellone ha commentato che “questa convinzione non è supportata dai dati. È una percezione errata, che può essere smentita con controlli efficaci.”

L’esperienza di altri paesi europei ha confermato che il mercato illegale può essere gestito attraverso strategie di enforcement e campagne di sensibilizzazione. La proposta dell’Aiom mira, infatti, non solo a generare fondi, ma anche a promuovere la consapevolezza sui danni del fumo attraverso campagne pubblicitarie e programmi di prevenzione.

Il peso economico: effetti sul paniere e sulla salute pubblica

L’aumento del prezzo delle sigarette potrebbe avere ripercussioni non solo sui consumatori, ma anche sull’economia in generale. Silvano Gallus, dell’Istituto Mario Negri, ha evidenziato che “un aumento del 10% del prezzo delle sigarette comporta una riduzione del 4% nel consumo.” Ciò suggerisce che il rincaro avrebbe un impatto diretto sul comportamento dei consumatori, portando a una diminuzione del numero di fumatori e, di conseguenza, a un miglioramento della salute pubblica.

Nonostante le preoccupazioni legate all’effetto sul paniere dei consumatori, l’aumento dei prezzi potrebbe essere compensato dai benefici in termini di riduzione delle spese sanitarie a lungo termine. Meno fumatori significherebbe meno malattie correlate al fumo e una spesa minore per il trattamento di patologie croniche, come il tumore al polmone e le malattie cardiovascolari.

Una misura di politica sanitaria, non solo fiscale

La proposta di aumentare il prezzo delle sigarette non va vista esclusivamente come una misura fiscale. L’introduzione di una tassa di scopo avrebbe un effetto duplice: garantire una fonte di finanziamento stabile per il Ssn e rafforzare le politiche di prevenzione contro il tabagismo. L’iniziativa dell’Aiom, chiamata #SOStenereSSN, mira a sensibilizzare l’opinione pubblica sui pericoli del fumo e a promuovere stili di vita più sani, soprattutto tra i giovani.

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