L’anno scorso la pressione fiscale in Italia è aumentata, passando dal 42,8% del 2020 al 43,5%, il dato più alto dall’inizio delle serie storiche, nel 1995. Tuttavia, allo stesso tempo sono aumentate le agevolazioni fiscali, per cui alla fine la pressione fiscale effettiva risulta più bassa, pari al 41,8%. Il dato è comunque superiore rispetto a quello del 2020 (41,4%), ma l’incremento su base annua è decisamente più ridotto. L’analisi è contenuta in una nota pubblicata dall’Osservatorio sui conti pubblici italiani.
L’aumento della pressione fiscale
Nel dettaglio, la pressione fiscale è aumentata dello 0,4% principalmente a causa delle imposte indirette in particolare dell’Iva, il cui gettito è cresciuto l’anno scorso molto più del Pil, a causa del parziale spostamento dei consumi da servizi a beni (in particolare durevoli) e dal maggiore utilizzo di strumenti di pagamento cashless.
Inoltre, continua l’Osservatorio, “hanno contribuito alcune entrate indirette minori, come i proventi da giochi e lotterie e le accise sui prodotti energetici, principalmente per la ripresa dei volumi di gioco e dei trasporti dopo il 2020 caratterizzato dalle misure di contenimento della pandemia”.
L’incremento delle agevolazioni fiscali
L’aumento delle agevolazioni, spiega ancora la struttura diretta dall’economista Carlo Cottarelli, va ricondotto principalmente all’allargamento del bonus Irpef (ex 80 euro, divenuti 100, che comporta una riduzione del carico fiscale per i lavoratori dipendenti). L’estensione è stata disposta con la manovra del 2020 ed è entrata a regime solo nel 2021.
Oltre al bonus Irpef, hanno avuto un peso importante anche altre misure:
- i crediti d’imposta concessi a famiglie e imprese che sono utilizzati in compensazione di tributi e contributi;
- alcune detrazioni fiscali riconosciute ai contribuenti anche oltre il limite della capienza in dichiarazione.
Infine, “sono registrati come spesa anche gli sgravi contributivi “selettivi”, ossia a favore di specifiche categorie di contribuenti o aree geografiche. In particolare, tra questi vi sono le agevolazioni introdotte dalla Legge di Bilancio 2021 per favorire (i) l’assunzione di giovani e donne e (ii) l’occupazione nelle regioni del Sud. Tali agevolazioni rientrano nelle spese (in “contributi alla produzione”) poiché assimilate a interventi di sostegno alle imprese produttrici”, conclude l’Osservatorio.