Tre prefetti, 18 sindaci, 15 dirigenti scolastici, 450 studenti in presenza, 36 scuole collegate in streaming e un coro di 70 ragazzi hanno animato oggi la 30^ edizione del Premio Nazionale Paolo Borsellino, organizzata all’Auditorium Flaiano di Pescara dall’Associazione Falcone e Borsellino in collaborazione con l’Associazione nazionale magistrati e con Legambiente. Il Premio, nato 30 anni fa per ricordare e onorare la memoria del valoroso magistrato siciliano ucciso dalla mafia nella strage di via D’Amelio, vuole dare, ancora una volta, “il giusto riconoscimento a quelle personalità che si sono contraddistinte per il loro impegno civile e sociale” nella consapevolezza che “la lotta alla mafia – come diceva Borsellino – dev’essere anzitutto un movimento culturale che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità” con la mafia.
TRA I PREMIATI IL PROCURATORE ANTIMAFIA MELILLO E LA GIORNALISTA PADOVANI, COAUTRICE CON GIOVANNI FALCONE DEL BESTSELLER “COSE DI COSA NOSTRA”
Tra i 15 premiati ci sono rappresentanti della magistratura e delle forze dell’ordine impegnati in prima persona nella lotta per la legalità, esponenti della cultura, del giornalismo e dell’educazione alla legalità. Tra questi spiccano in particolare il nuovo Procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo e la giornalista francese ma da molti anni in Italia, Marcelle Padovani.
Melillo, che in precedenza è stato il capo della Procura di Napoli, è stato nominato a maggio nuovo procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo dal Csm che lo ha preferito al procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri. Marcelle Padovani è invece la più nota dei giornalisti esteri in Italia ed è stata nel 1991 la coautrice con Giovanni Falcone del bestseller “Cose di cosa nostra” che in Italia ha venduto oltre un milione e 200 mila copie e a cui ha fatto seguire, proprio quest’anno, il nuovo libro “Giovanni Falcone trent’anni dopo”.