Premafin sul’ottovolante nel giorno della verità. Il titolo apre in rialzo del 5% per poi sgonfiarsi sotto il punto percentuale. Dopo un nuovo recupero a quota +3%, la holding lima nuovamente i guadagni per poi passare in negativo del 2%. Verso le 16.15 riprende quota e si riavvicina alla parità.
La proposta dell’asse Palladio-Sator scadrà oggi e i legali della holding, secondo fonti vicine alla vicenda, stanno esaminando la situazione. Arpe e Meneguzzo ieri hanno inviato una lettera a Premafin con cui chiedevano di esaminare l’offerta e di prendere una posizione formale al riguardo. Secondo indiscrezioni riportate da Il Messaggero, l’asse Arpe-Meneguzzo potrebbe decidere anche di rivolgersi a vie legali avvalendosi di quanto disposto dall´art. 2409 del codice civile. La norma prevede che “se vi è fondato sospetto che gli amministratori, in violazione dei loro doveri, abbiano compiuto gravi irregolarità nella gestione che possono arrecare danno alla società o a una o più società controllate, i soci che rappresentano il decimo del capitale società o, nelle società che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio, il ventesimo del capitale sociale possono denunziare i fatti al tribunale con ricorso notificato anche alla società”. Non sembra ancora esclusa l’ipotesi di una proroga ma a quanto emerge sembra che la strada sia sbarrata: Premafin è decisa a trattare con Unipol a cui è legata da un contratto di esclusiva. ”La lettera la dobbiamo esaminare oggi con i legali, ma la decisione sull’offerta è già stata presa dal cda di Premafin e quindi la proposta scadrà oggi senza che succeda nulla”, ha detto una fonte vicina alla famiglia Ligresti.
A Bologna si ostenta tranquillità. “Noi?”, ha risposto Carlo Cimbri, ad di Unipol, a chi chiedeva se fosse preoccupato di possibili azioni legali da parte di Palladio e Sator. Così come non cambia i piani la possibilità che venga rivisto al ribasso l’importo dell’aumento di capitale, come chiesto di verificare dalla holding Premafin alla controllata Fondiaria Sai al termine del cda di ieri (ma che non pare incontrare grandi favori tra le banche creditrici). “Fonsai valuterà l’aumento di capitale più opportuno e noi ci adegueremo – ha commentato – ”non cambiano i nostri piani, non cambia nulla a meno che non mi stiate dando voi una notizia. Le dotazioni patrimoniali non si valutano come il calcio minuto per minuto, ma su un arco di tempo lungo”.