Hanno passato a pieni voti gli stress test della Fed (con l’eccezione di Citigroup), ma sugli “squali di Wall Street” sono tornati i malumori e le critiche. Ed è bufera su Goldman Sachs. L’ultima accusa arriva da un ex dipendente, Greg Smith, dimessosi da direttore esecutivo di Goldman Sachs, che dalle pagine del New Yok Times accusa il tempio della finanza di essere un ambiente “tossico e distruttivo”, spiegando che “nel modo in cui la banca funziona e pensa a fare soldi l’interesse dei clienti continua a passare in secondo piano” e contestando la gestione di Lloyd Blankfein.
Ma anche al di qua dell’Oceano i malumori e le tensioni con il mondo bancario non si sono ancora sopite. Sul tavolo il problema del credit crunch, del finanziamento alle imprese, dopo i fiumi di miliardi che Draghi ha versato nel sistema. E in Italia ci sono poi le tensioni ai vertici dell’Associazione di categoria, l’Abi, entrata in fibrillazione sulla norma che azzera le commissioni bancarie con tanto di dimissioni dei vertici in primis Giuseppe Mussari. Dimissioni che, però sono al momento “congelate”, in vista di possibili modifiche all’emendamento.
Intanto l’economia soffre: in Italia l’allarme asfissia piccole imprese è tornato alto, si aggiunge poi la zavorra evasione fiscale e anche l’emergenza corruzione. Ieri l’Ocse ha certificato che l’Italia è l’utlima tra i Paesi del G20 per la crescita nel 2011. Nel complesso nel quarto trimestre del 2011 i Paesi G20 hanno archiviato un pil in crescita dello lo 0,7%, contro lo 0,9% dei tre mesi precedenti. Nel 2011 il pil è in aumento del 2,8% contro il 5% del 2010. A trainare la crescita sono sempre i Paesi emergenti, mentre gli Stati Uniti hanno fatto registrare negli ultimi tre mesi del 2011 un aumento dello 0,7%. Fanno peggio comunque Unione europea ed Eurozona che archiviano un -0,3%.
Grazie alla schiarita sul fronte greco (ieri è arrivata la conferma formale al via libera sul pacchetto di aiuti da 130 miliardi per la Grecia da parte dell’Eurogruppo) e le mosse della Fed, che più ottimista del previsto sulla crescita ha comunque dichiarato tassi bassi almeno fino a tutto il 2014. Wall Street, cavalcando i buoni risultato degli stress test sulle banche e alcuni dati macro, si è riportata nei giorni scorsi sui massimi degli indici. Ieri, seppur in frenata, ha chiuso in rialzo, con il Dow Jones a + dello 0,12% e il Nasdaq a +0,41%. Positive con l’eccezione di Londra le Borse europee: Milano chiude a +0,31% in frenata dai massimi di giornata, Francoforte a +1,19% e Parigi a +0,40%. Londra cede lo 0,18%.
Si è confermata la discesa dello spread Btp-Bund sotto quota 290 e le attese degli operatori sono per un ulteriore calo nei prossimi mesi. L’oro è sceso ai minimi di gennaio a 1.646 dollari l’oncia mentre questa mattina è in leggera risalita a 1647. Ancora in rialzo questa mattina Tokyo a +0,72% oltre quota 10.100 e ai massimi degli ultimi 7 mesi e mezzo grazie alle attese di un’economia più solida in Usa e Giappone e al calo dello yen. Sul fronte dei dati macro oggi in mattinata è atteso il dato sul costo del lavoro del quarto trimestre della Ue a 17 e la diffusione del bollettino della Bce, nel pomeriggio una serie di dati macro Usa tra cui le richieste settimanali di sussidi alla disoccupazioni e l’indice Fed di Filadelfia di marzo. Oggi poi si riunisce l’Fmi per decidere sugli aiuti alla Grecia che dovrebbero ammontare, secondo le anticipazioni, a 28 miliardi di euro.
A Piazza Affari continua la pioggia di trimestrali: oggi è in agenda il cda sui conti di Intesa Sanpaolo (+0,40% la chiusura di ieri) ma anche di Unipol e Fondiaria Sai. A Bologna la tensione sale sulla partita assicurativa: Unipol ha inviato una lettera a Sator Palladio diffidandoli di proseguire nelle loro iniziative che ledono secondo Unipol i suoi interessi. La risposta di Arpe e Meneguzzo non si è fatta attendere e ha rivendicato il loro diritto a portare avanti l’offerta nei modi e nei termini di legge. Intanto il vicepresidente di Fonsai ha ieri frenato sui comcambi che il mercato si attendeva allì’ordine del giorno nei cda di oggi. “E’ prematuro parlarne”, ha infatti affermato Antonio Talarico. Inoltre il prossimo cda di Premafin (-0,66%) dovrebbe slittare dalla data del 16 marzo per permettere a Maurizio Dallocchio di procedere con più tempo all’impairment test sulla quota di Fonsai (+4,28%) in mano alla holding.
La Fondazione Mps (+1,87%) ha ieri ceduto ai blocchi a imprenditori prvati una prima quota del 2,5% del pacchetto in via di dismissioni. Ieri Salvatore Mancuso del fondo Equinox che punta al 13% ha affermato che non sono ancora stati decisi i tempi per l’offerta vincolante mentre ha ribadito di voler avere voce in capitolo sulla governance in caso di investimento.
Nel complesso ieri è stata una giornata debole per il comparto bancario: Unicredit +0,20%, Bpm -0,39% mentre Bper ha ceduto il 2,53% dopo i conti e il piano. In calo anche Bpm -0,39. In evidenza a Piazza Affari Mediolanum +4,66% e Salvatore Ferragamo che mette a segno un rialzo del 3,34%, oggi pubblica i conti, dopo un +52% da inizio anno. In evidenza anche Stm +3,07%, Fiat +2,51, e Azimut +2,33%. Prese di beneficio su Tod’s -2,29% e Diasorin -1,52%.