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Precipita la Borsa cinese, petrolio ancora giù, spread ai minimi. l’ora della verità per il Qe

Prima di concentrare l’attenzione sul direttorio della Bce di giovedì, i mercati finanziari si concentrano su un altro dossier, potenzialmente foriero di grosse preoccupazioni: la Cina, Stamani la Borsa di Shanghai arretra del 6,5%, seguita a ruota da Shenzhen (-6,4%). All’origine del tonfo, che arriva dopo gli spettacolari rialzi del 2014 (+53%) c’è la decisione delle autorità di vietare l’erogazione di nuovi prestiti a tre grandi broker. Pesa anche la nuova discesa del mercato immobiliare. In forte ribasso anche Hong Kong.

Al di là della frenata tecnica, l’attenzione si concentra sui dati del Pil, che saranno pubblicati domani. Si prevede che la crescita si fermi al 7,2%, il tasso più basso degli ultimi 24 anni. In calo anche Tokyo (-1,24%), appesantita dalla crescita dello yen sul dollaro. 

AL VIA GLI ACQUISTI BCE. MA CON CONDIZIONI

Chiusa oggi Wall Street (festività del Martin Luther King memorial) l’attenzione dei mercati è concentrata sulle modalità del QE europeo che sarà varato giovedì 22, salvo sorprese clamorose, il Quantitative easing sarà cosa fatta. Ma quale QE? Sono giorni di trattative intense tra i banchieri in merito ai nodi da sciogliere: l’importo dell’operazione (da 500 a 700 miliardi secondo le varie ipotesi); la tipologia dei titoli; la ripartizione del rischio tra i Paesi. Resta alta infatti la pressione di Germania e alleati perché gli acquisti siano effettuati dalle rispettive banche nazionali. 

Intanto il mercato del debito ha già scontato buona parte dell’effetto Qe: debito il rendimento del Btp decennale è sceso al nuovo minimo storico di 1,65% (ieri a 1,73%). Lo spread di rendimento con il Bund tedesco (a sua volta ai minimi) si è ridotto a 118 punti base. 

Di non poco conto l’emergenza greca: Atene ha chiesto un prestito temporaneo alla Bce di 5 miliardi per far fronte all’eventuale corsa a sportelli e bancomat in vista delle elezioni di domenica 25. 

EURO/DOLLARO A 1,15. PETROLIO DI NUOVO IN CALO 

Nell’attesa resta debole stamane la quotazione dell’euro trattato a 1,1566 contro il dollaro. Verso il franco svizzero si riparte da 1,0020, il 17% in meno rispetto a lunedì scorso. In calo il petrolio, dopo il rimbalzo di fine settimana. Il brent è trattato a 49,75 dollari (-42 centesimi), il Wti a 48,32 (-37).

PER PIAZZA AFFARI LA MIGLIOR SETTIMANA DA 6 MESI 

Venerdì l’improvviso risveglio del settore petrolifero ha permesso allo Standard & Poor’s di contenere al 3,4% le perdite della settimana. Exxon e Chevron sono saliti del 2,4%. Il rovescio della medaglia è il pessimo comportamento dei finanziari dopo le trimestrali: Goldman Sachs (-0,7% venerdì), ha registrato i peggiori conti dal 2005. Jp Morgan, Citi e Bofa hanno accusato complessivamente un calo dei profitti del 23%.

La Borsa di Milano ha archiviato la miglior settimana degli ultimi sei mesi con un guadagno del 5,9% (venerdì +2,1%). Nel corso della settimana l’indice complessivo europeo Stoxx 600 è salito del 4,3%. Ha fatto eccezione la Borsa di Zurigo travolta da due sedute rovinose (-8,8% giovedì, -5,6% venerdì) dopo gli annunci della banca centrale.

FINMECCANICA, LA CINA E’ PIU’ VICINA

Sotto i riflettori Finmeccanica (+4%) e la controllata Ansaldo Sts (+1,1%): la vendita della divisione Trasporti sarebbe in dirittura d’arrivo. La cinese Insigma comunicherà stamane a Finmeccanica l’intenzione di prolungare fino a metà febbraio l’offerta vincolante verso Ansaldo Breda e Ansaldo Sts, L’offerta complessiva dovrebbe essere superiore a 1,5 miliardi. 

Non è l’unico passo in avanti della Cina nella finanza del Bel Paese. La People Bank of China ha superato la soglia del 2% nel capitale di Terna in cui si accinge ad entrare, in qualità di azionista di Cdp Reti, un altro rappresentante di Pechino proposto dalla National. Il giorno 26, infine, un altro esponente della National Grid farà il suo ingresso nel board di Snam.

BANCHE, LA RIFORMA DELLE POPOLARI ANIMA IL COMPARTO

Si profila battaglia sul fronte della riforma delle banche Popolari rilanciata da Matteo Renzi, provvedimento che potrebbe mettere le ali ai titoli del settore e rilanciare le ipotesi di aggregazione tra Bpm e Bper, le scelte del Banco Popolare (+4,3% venerdì) e sul ruolo di aggregatore di Ubi.

Ci vorranno intanto due settimane per avere un esito definitivo delle trattative di Mps con i vertici della Vigilanza Europea guidata da Danielle Nouy. Nell’attesa di Mario Draghi le banche vivono in un clima di crescente fibrillazione. Venerdì c’è stato allarme sulla scia di indiscrezioni secondo le quali due banche greche sarebbero state in difficoltà. L’euforia da Quantitative easing ha cancellato le preoccupazioni e le banche a Piazza Affari hanno messo a segno sostanziosi rialzi: Unicredit è salita del 2,8%, Intesa +1,4%.

FIAT MIGLIOR TITOLO DEL MESE. GRAZIE AGLI USA (MA NON SOLO)

Quinta settimana consecutiva positiva per il titolo Fiat Chrysler con un progresso complessivo del 5,7%. Fca è anche la migliore blue chip dell’FtseMib dell’ultimo mese con un guadagno del 14%. Gli analisti di Jp Morgan hanno alzato il prezzo obiettivo sul titolo a 12 euro da 8 euro con un giudizio confermato a Overweight.

Il balzo è da collegare all’ottimo andamento del mercato Usa, elettrizzato dal calo della benzina. Ma le cose stanno migliorando anche in Europa. Le immatricolazioni di auto hanno chiuso il 2014 con un aumento a una cifra, poco sopra i 13 milioni di veicoli, con il gruppo Fiat Chrysler che per tutto l’anno segna un progresso in linea con il mercato per superarlo a dicembre, secondo i dati dell’Associazione dei produttori Acea. Il gruppo Fiat Chrysler ha registrato a dicembre una crescita del 7,2% a 55.863 veicoli, con una quota di mercato al 5,6% dal 5,5%. Ad oggi, dei 30 analisti censiti da Bloomberg che seguono il titolo, 13 raccomandano l’acquisto e solo 7 la vendita. Il target medio è fissato a 10,60 euro.

TELECOM VERSO LO SPLIT DI TELCO 

In un report dedicato al settore Tlc, Mediobanca mette in rilievo che Telecom Italia è al primo posto in Europa per redditività industriale con un margine operativo netto che nel 2013 si è attestato al 21,8% del fatturato. Si tratta di un dato in linea con quello della britannica BT (21,6%) e migliore di quello registrato dalla spagnola Telefonica (16,3%), dalla francese Orange (15,6%) e dalla russa Vimpelcom.

Anche per quanto riguarda il valore aggiunto calcolato per dipendente, Telecom Italia si piazza in testa con 136mila euro, mentre è molto competitivo il costo del lavoro per addetto, pari mediamente a 51mila euro. Gli analisti di Piazzetta Cuccia hanno fissato un target price di 1,66 euro (upside potenziale +80%) con una raccomandazione Outperform.

La buona pagella non fa cambiare giudizio a piazzetta Cuccia, in procinto di collocare la quota controllata (l’1,64%) nell’ex incumbent, come si accingono a fare Intesa, che ha raddoppiato la posizione allo scoperto sul titolo e Generali che sterilizzato la partecipazione in una “scatola” ad hoc. L’ora X potrebbe scattare già in settimana dopo l’autorizzazione delle autorità brasiliane ed argentina alla scissione di Telco.

LUXOTTICA, C’E’ ARIA DI CEDOLA EXTRA

Dimenticate le difficoltà del dopo Guerra, il cda di Luxottica si accinge oggi a celebrare i recenti record sulla scia del superdollaro (+15,3% in un mese) e a completare i ranghi con la nomina dei nuovi indipendenti. Il consiglio affiderà oggi le deleghe di amministratore delegato per i mercati aa Adild Mehboob Khan, manager ex Procter & Gamble che già siede nel board, pronto ad affiancare Massimo Vian, ad per le attività produttive. A marzo, infine, scadrà l’intero board. Oggi verranno comunicati i primi dati sull’esercizio 2014: il fatturato dovrebbe chiusure secondo gli analisti a 7,6 miliardi (+10%). Si fa strada intanto la prospettiva di una supercedola straordinaria che potrebbe arrivare fino a 2 euro per azione.

OIL, DI NUOVO SOTTO PRESSIONE

Sempre sotto tensione il settore. Venerdì i titoli petroliferi sono schizzati al rialzo: Eni ha guadagnato il 3,3%, Tenaris +2,2%, Saipem +1,7%. 

Da segnalare lo scatto di Trevi (+6,54%) dopo nuove commesse in Algeria e in Arabia Saudita per un totale di 280 milioni. Buoni rialzi anche per le utility: Enel ha guadagnato il 2,7% dopo la promozione di Credit Suisse a Neutral da Underperform. A2A +3%. 

Categories: Finanza e Mercati