Prada chiude il bilancio 2016-17, chiusosi il 31 gennaio, con ricavi consolidati per 3,2 miliardi, in flessione del 9% a cambi costanti (-10% a cambi correnti).
Il risultato è in linea con le attese di consensus e sconta gli interventi di razionalizzazione dei processi operativi e gestionali.
Interventi che hanno consentito un miglioramento della tendenza negli ultimi mesi dell’anno, con il ritorno in positivo dal gennaio scorso.
Europa e Asia sono le aree più dinamiche: dal terzo trimestre è tornata a crescere con una forte accelerazione la Cina.
“Come gia’ anticipato commentando i risultati del primo semestre, quest’anno abbiamo attuato una profonda fase di razionalizzazione dei processi operativi e gestionali, peraltro ancora in corso, identificando importanti linee di azione per lo sviluppo futuro – ha commentato il Ceo Patrizio Bertelli – Mi riferisco in particolare alla definizione della nostra strategia digitale. Nel contempo, stiamo anche rafforzando la struttura manageriale in ambito Retail. Confido che questa nuova visone globale consentirà ai nostri brand di esprimere pienamente il loro forte potenziale generando uno sviluppo sostenibile”. La nota della società sottolinea che negli ultimi mesi è stato registrato “un trend in progressivo miglioramento. L’anno si conclude con gennaio tornato in territorio positivo”.
Il titolo Prada, quotato alla Borsa di Hong Kong, ha chiuso in mattinata la seduta con un calo dell’1,7 per cento, a fronte di un Hang Seng in frazionale incremento (+0,4%).