Jerome Powell (Fed) Christine Lagarde (Bce), Andrew Bailey (BoE) e Kazuo Ueda (BoJ) seduti allo stesso tavolo per discutere di politica monetaria ed economia. Un evento più unico che raro che ha attirato l’attenzione dei mercati internazionali, desiderosi di ascoltare le parole pronunciate dai banchieri centrali al Forum Bce di Sintra e di carpire qualche informazione utile sul prossimo futuro. E le indicazioni sono arrivate: da una parte e dall’altra dell’oceano i rialzi continueranno perché il target del 2% sull’inflazione è ancora molto lontano dall’essere raggiunto sia negli Usa che in Europa.
I falchi continuano dunque ad avere la meglio, nonostante la stretta monetaria abbia già cominciato a manifestare i primi effetti negativi sull’economia, e nonostante le critiche della politica. Le ultime in ordine di tempo sono arrivate dalla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che parlando alla Camera ha usato parole dure nei confronti della Bce: “L’inflazione è tornata a colpire le nostre economie, una odiosa tassa occulta che è giusto combattere con decisione”, ha detto. Poi l’affondo: la “semplicistica” ricetta della Bce “non appare agli occhi di molti la strada più corretta da perseguire”. Questo perché l’inflazione non è data da “una economia che cresce troppo velocemente, ma da fattori endogeni come la crisi in Ucraina” e “non si può non considerare il rischio che l’aumento costante dei tassi sia una cura più dannosa della malattia”.
Powell, la stretta della Fed non si ferma: “Serviranno altri rialzi”
“Abbiamo alzato i tassi di interesse di 500 punti base in poco più di un anno e abbiamo ancora delle restrizioni da fare“, ha detto il presidente della Federal Reserve Jerome Powell intervenendo al dibattito fra governatori al Forum Bce di Sintra. Il numero uno della Fed ha spiegato che la maggioranza del comitato che decide la linea di politica monetaria “vuole altri due rialzi dei tassi in considerazione del fatto che i dati macro indicano che sia l’economia che l’inflazione rimangono superiori alle attese”. “Quindi – ha continuato – siamo in territorio restrittivo, ma non lo siamo da abbastanza tempo e dobbiamo fare ancora dell’altro”. Powell ha detto di aver preso in considerazione anche la possibilità che gli Usa entrino in recessione, ma ha detto di ritenere che non si tratti dello “scenario più probabile”
Rispondendo a una domanda della giornalista Sara Eisen sulla pausa di giugno, quando la Fed per la prima volta ha stabilito un primo stop ai rialzi, Powell ha detto: “Abbiamo fatto quattro rialzi consecutivi, siamo vicini ai nostri obiettivi e quindi abbiamo deciso di prenderci un po’ di tempo per capire gli impatti sulla crescita dell’economia”. Cosa farà la Fed a luglio? “Non abbiamo ancora preso decisioni”, ha tagliato corto il governatore.
Parlando del recente passato, Powell ha poi spiegato: “È probabile che il Covid faccia sentire un impatto di lungo termine sull’economia, con una minore produttività e perdite in termini di istruzione e addestramento. Quanto questo impatto sarà persistente è difficile dirlo”.
Lagarde conferma nuovi rialzi: “Non consideriamo pause, resteremo in territorio restrittivo abbastanza a lungo”
“Abbiamo già fatto molta strada e abbiamo alzato i tassi di 400 punti base in poco tempo ma sappiamo che abbiamo ancora della strada da percorrere“, ha detto la presidente della Bce Christine Lagarde nel corso del dibattito fra governatori a Sintra. “Continueremo a dipendere dai dati – ha detto Lagarde – prenderemo decisioni di meeting in meeting ma sappiamo di aver ancora della strada da fare e sappiamo che date le circostanze attuali a luglio dovremo alzare ancora“.
Alla domanda se sia in programma un rialzo anche a settembre, Lagarde ha risposto che entro settembre “avremo ricevuto molti altri dati e il meeting di settembre sarà un altro meeting in cui saranno presentate le nuove proiezioni dello staff Bce. Dunque avremo molte informazioni sulla base delle quali potremo prendere una decisione”.
“Non stiamo considerando una pausa” nei rialzi dei tassi, ha detto Lagarde. “Non vediamo evidenze tangibili che l’inflazione sottostante stia scendendo e in particolare che che i prezzi si stiano stabilizzando e scendendo”, ha detto la presidente, sottolineando come “vogliamo restare in territorio restrittivo abbastanza a lungo” per riportare l’inflazione al 2%.
Nel rispondere alla domanda di Eisen sulla possibilità di apportare una modifica al target del tasso di inflazione, che per tutte le quattro banche centrali è pari al 2%, Lagarde ha detto di non ritenere la questione “oggetto di dibattito”, sottolineando la necessità che, contro un’inflazione ostinata, si proceda in modo altrettanto ostinato e persistente.
La reazione dei mercati
I mercati, che attendevano con ansia le parole dei governatori, hanno reagito positivamente alle novità arrivate da Sintra. Nessuna variazione particolare sul secondario, dove lo spread tra Btp e Bund è in lieve calo a 164 punti e il rendimento del decennale italiano al 3,97%.
Parlando invece delle Borse, Parigi e Madrid guadagnano lo 0,9% seguite a ruota da Milano e Francoforte che segnano +0,8%.
Sul fronte valutario l’euro è in lieve ribasso a 1,0922 sul dollaro. L’oro, ritenuto bene rifugio per eccellenza, registra un rialzo dello 0,2% a 1.909 dollari l’oncia.